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Mazar-i Sharif: differenze tra le versioni

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== Storia ==
Mazar-i Sharif in lingua afghana significa "Nobile<ref>Sharīf''.</ref> Santuario",<ref>[[Mazar]].</ref> in riferimento al grande santuario-[[moschea]] colorato di [[azzurro]] dedicato alla memoria del quarto [[Califfo]] e primo [[Imam]] [[Ali ibn Abi Talib]], che si erge al centro della città e che è chiamato "Santuario di Sua Eccellenza (''Hazrat'') ʿAlī" o "Moschea Blu" (''al-Masjid al-Azraq'').


Mazar-i Sharif in lingua afghana significa Nobile (Sharif) Santuario (Mazar), in riferimento al grande santuario-[[moschea]] colorato di [[azzurro]] dedicato alla memoria del quarto [[Califfo]] e primo [[Imam]] [[ʿAlī ibn Abī Ṭālib]], che si erge al centro della città e che è chiamato "[[Santuario di Hazrat Ali|Santuario di Sua Eccellenza (''Hazrat'') ʿAlī]]" o "Moschea Blu" (''al-Masjid al-Azraq'').
L'improbabile luogo di sepoltura del cugino e genero del [[Maometto|Profeta]] fu "scoperto" all'epoca dello [[Scià|Shāh]] [[Impero timuride|timuride]] Ḥusayn, anche se la collocazione appare assolutamente fantasiosa, essendo ʿAlī stato assassinato nel 661 a [[Kufa]] ed essendo nei suoi pressi sollecitamente sorto un santuario poco distante, a [[Najaf]]: luogo in cui (non a caso) risiede l'[[Ayatollah]] che gode di maggior prestigio all'interno del mondo sciita [[Duodecimani|duodecimano]]<ref>Non a caso, proprio a Najaf si esiliò l'[[Ayatollah]] [[Ruhollah Khomeini]].</ref> e [[Ismailismo|ismailita]].


L'improbabile luogo di sepoltura del cugino e genero del [[Maometto|Profeta]] fu "scoperto" all'epoca dello [[scià]] Ḥusayn dell'[[Impero timuride]], anche se la collocazione appare assolutamente fantasiosa, essendo ʿAlī stato assassinato nel 661 a [[Kufa]] ed essendo nei suoi pressi sollecitamente sorto un santuario poco distante, a [[Najaf]]: luogo in cui risiede l'[[Ayatollah]] che gode di maggior prestigio all'interno del mondo sciita [[Duodecimani|duodecimano]] e [[Ismailismo|ismailita]] e dove si esiliò [[Ruhollah Khomeyni]].
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==Note==
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==Bibliografia==
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*L. Golombek, ''Mazār-i Šarīf-- A case of mistaken identity?'', in: M. Rosen-Ayalon (ed.), ''Studies in memory of Gaston Wiet'', Gerusalemme, 1977, pp.&nbsp;335–43
*L. Golombek, ''Mazār-i Šarīf-- A case of mistaken identity?'', in: M. Rosen-Ayalon (ed.), ''Studies in memory of Gaston Wiet'', Gerusalemme, 1977, pp. 335–343.


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Mazar-i Sharif
città
Mazar-i Sharif – Veduta
Mazar-i Sharif – Veduta
Localizzazione
StatoAfghanistan (bandiera) Afghanistan
ProvinciaBalkh
DistrettoMazar-i Sharif
Territorio
Coordinate36°42′N 67°07′E
Altitudine380 m s.l.m.
Superficie83 km²
Abitanti427 600 (2015)
Densità5 151,81 ab./km²
Altre informazioni
Fuso orarioUTC+4:30
Cartografia
Mappa di localizzazione: Afghanistan
Mazar-i Sharif
Mazar-i Sharif

Mazar-i Sharif (in persiano مزار شریف‎) è la quarta maggiore città afghana, con una popolazione di quasi 600000 abitanti al 2022.[1] È il capoluogo della provincia di Balkh ed è collegata con Kabul a sud-est, con Herat a ovest e con l'Uzbekistan a nord.

Mazar-i Sharif in lingua afghana significa Nobile (Sharif) Santuario (Mazar), in riferimento al grande santuario-moschea colorato di azzurro dedicato alla memoria del quarto Califfo e primo Imam ʿAlī ibn Abī Ṭālib, che si erge al centro della città e che è chiamato "Santuario di Sua Eccellenza (Hazrat) ʿAlī" o "Moschea Blu" (al-Masjid al-Azraq).

L'improbabile luogo di sepoltura del cugino e genero del Profeta fu "scoperto" all'epoca dello scià Ḥusayn dell'Impero timuride, anche se la collocazione appare assolutamente fantasiosa, essendo ʿAlī stato assassinato nel 661 a Kufa ed essendo nei suoi pressi sollecitamente sorto un santuario poco distante, a Najaf: luogo in cui risiede l'Ayatollah che gode di maggior prestigio all'interno del mondo sciita duodecimano e ismailita e dove si esiliò Ruhollah Khomeyni.

Uno dei più importanti centri dell'epoca d'oro islamica, Balkh, sorge nelle immediate vicinanze della città.

  1. ^ 22-2021 Afghanistan of Population Estimated (PDF), su nsia.gov.af:8080. URL consultato il 23 novembre 2022 (archiviato dall'url originale il 24 giugno 2021).
  • L. Golombek, Mazār-i Šarīf-- A case of mistaken identity?, in: M. Rosen-Ayalon (ed.), Studies in memory of Gaston Wiet, Gerusalemme, 1977, pp. 335–343.

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