Migliorismo: differenze tra le versioni
m +en |
Nessun oggetto della modifica |
||
Riga 1: | Riga 1: | ||
Il '''migliorismo''' (termine inventato dal filosofo [[Salvatore Veca]]) è una corrente politica [[italia]]na sviluppatasi all'interno del [[Partito Comunista Italiano]] (PCI), che aveva come leader |
Il '''migliorismo''' (termine inventato dal filosofo [[Salvatore Veca]]) è una corrente politica [[italia]]na sviluppatasi all'interno del [[Partito Comunista Italiano]] (PCI), che aveva come leader [[Giorgio Napolitano]] (attuale [[Presidente della Repubblica Italiana]]), affiancato da [[Gerardo Chiaromonte]] ed [[Emanuele Macaluso]]. |
||
==Le origini== |
==Le origini== |
Versione delle 09:00, 11 mag 2006
Il migliorismo (termine inventato dal filosofo Salvatore Veca) è una corrente politica italiana sviluppatasi all'interno del Partito Comunista Italiano (PCI), che aveva come leader Giorgio Napolitano (attuale Presidente della Repubblica Italiana), affiancato da Gerardo Chiaromonte ed Emanuele Macaluso.
Le origini
Il "migliorismo", come dice il termine stesso, sostiene il possibile miglioramento dall'interno, quando non l'accettazione, del capitalismo; questo attraverso una serie di graduali riforme e praticando una politica socialdemocratica, che non si opponga cioè in maniera violenta o conflittuale al capitalismo stesso.
La proposta politica migliorista si rifà così alle tendenze riformiste del deputato e dirigente comunista Giorgio Amendola.
Amendola era propenso a un graduale allontanamento dall'ideologia marxista per abbracciare tattiche e strategie riformiste e socialdemocratiche. Egli preferiva il dialogo con partiti più moderati come il PSI e il PSDI (coi quali non si escludeva una fusione in un unico soggetto politico), per ostracizzare invece partiti della Nuova sinistra (tra i quali il più rappresentativo era quello di Democrazia Proletaria), che rimanevano fedeli al marxismo ortodosso. Questa posizione derivava anche da un'analisi del contesto internazionale che da un lato, realisticamente, riteneva impossibile percorrere una strada rivoluzionaria in un paese del blocco occidentale e, dall'altro, prendeva atto, con largo anticipo su molti esponenti e militanti del PCI di allora, dell'esistenza nell'Unione Sovietica di una progressiva degenerazione del sogno comunista.
Queste posizioni "di destra" furono fortemente osteggiate da Pietro Ingrao, capo dell'ala più movimentista del partito e "rivale" di Amendola, mentre vennero in un primo tempo condivise da Armando Cossutta, che rappresentava invece l'ala filo-sovietica.
Posizioni politiche
Le posizioni dei miglioristi si sono meglio caratterizzate nel corso degli anni '80, sotto la segreteria di Enrico Berlinguer.
Di Berlinguer hanno infatti criticato e contrastato (tranne, forse, il segretario del PCI siciliano Pio la Torre) le scelte politiche (rimproverandogli l'abbandono della strategia del compromesso storico con la DC) e quelle più specificamente ideologiche (come la campagna sulla questione morale, incentrata sulla moralità in politica e contraria specialmente al PSI di Bettino Craxi). I più conseguenti fra i politici appartenenti all'area migliorista derivavano tali critiche dalla considerazione che si dovessero comprendere anche le esigenze di modernizzazione che percorrevano la società italiana, non lasciando a Craxi e al craxismo il monopolio della modernità in politica.
I miglioristi furono quindi certamente interlocutori privilegiati di Craxi prima e dopo la sua azione di governo, e alcuni sostengono che il segretario socialista se ne servisse per contrastare l'azione di Berlinguer all'interno del PCI.
I miglioristi e il partito
L'ala migliorista è anche sempre stata avversa, dentro il partito, al centralismo democratico (regola interna che vietava il formarsi di minoranze interne).
Costituivano anche la corrente più rappresentativa nelle cosiddette "cooperative rosse" legate al PCI e situate in regioni "rosse" come Emilia-Romagna e Toscana. La tradizione pragmatica del riformismo emiliano e toscano e della cooperazione, infatti, ben si sposava con l'atteggiamento concreto e realistico di questa particolare declinazione del PCI.
Furono inoltre i promotori principali, insieme al segretario Achille Occhetto, della svolta della Bolognina che nel 1991 trasformò il PCI in Partito Democratico della Sinistra (PDS), tuttavia con alcune eccezioni (l'europarlamentare Giancarlo Pajetta, contrario al cambiamento di nome e simbolo, e Napoleone Colajanni, che volle uscire dal partito dopo l'elezione di Occhetto).
I miglioristi e Tangentopoli
Dopo lo scoppio dello scandalo Tangentopoli, la gran parte della corrente migliorista, soprattutto nell'area lombarda, manifestò rilevanti perplessità nei confronti della scelta di Occhetto di dare l'appoggio del PDS alle azioni della magistratura, da loro definite come eccessivamente "giustizialiste". Questo atteggiamento "garantista" era in certi casi probabilmente legato a una lunga pratica di commistione amministrativa e di sottogoverno con gli altri partiti negli Enti Locali.
Gli esponenti milanesi del PDS arrestati dal pool di Mani Pulite, da molto tempo vicini ai vertici del PSI meneghino, provenivano quasi tutti da questa corrente: Giulio Caporali (consigliere d'amministrazione delle Ferrovie dello Stato), Roberto Cappellini (segretario del PDS milanese), Luigi Carnevale (presidente della Metropolitana Milanese), Gianni Cervetti (deputato PDS), Massimo Ferlini (poi membro di Comunione e Liberazione ed esponente di Forza Italia), Lodovico Festa (negli anni '80 direttore del giornale di area sempre migliorista Il Moderno, finanziato da Silvio Berlusconi e Salvatore Ligresti), Barbara Pollastrini (segretaria provinciale del PDS milanese, da qualche tempo occhettiana), Renato Pollini (ex-tesoriere del PCI), Sergio Soave (Lega cooperative), Marcello Stefanini e Primo Greganti (l'indagato più noto del PDS).
Pochi di loro sono stati poi condannati e, in particolare, Barbara Pollastrini è stata assolta da ogni addebito.
I miglioristi oggi
Attualmente, i miglioristi fanno parte dei DS, divisi tra le correnti "La sinistra che unisce", del segretario Piero Fassino, e "Liberal" (erede principale della tradizione migliorista), guidata da Enrico Morando; quest'ultima ha comunque sostenuto la mozione di Fassino nell'ultimo congresso.
Il Riformista, diretto da Antonio Polito fino alla sua elezione in Parlamento nelle file della Margherita il 13 aprile 2006, è il giornale considerato più vicino a quest'area oltre che al presidente DS Massimo D'Alema; vi collabora fra l'altro l'ex-senatore Macaluso.
Alcuni miglioristi minori, tra cui Massimo Ferlini, Lodovico Festa e Sandro Bondi, hanno aderito o sono vicini a Forza Italia.