Uebi Scebeli (sommergibile): differenze tra le versioni
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Versione delle 16:11, 12 nov 2010
Uebi Scebeli | |
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L’Uebi Scebeli è stato un sommergibile della Regia Marina.
Storia
Il 10 giugno 1940 fu inviato in agguato al largo di Cerigotto, ma fece ritorno alla base cinque giorni dopo senza riportare avvistamenti[1].
Svolse poi una seconda missione, in funzione difensiva, nel Golfo di Taranto[1].
Il 27 giugno 1940 lasciò Taranto al comando del tenente di vascello Bruno Zani, diretto in un punto 35 miglia a nordest di Derna, sua area d’operazioni[2][1].
Alle 6.30 del 29 giugno, mentre navigava in superficie lungo la rotta d’avvicinamento, avvistò i tre cacciatorpediniere britannici Dainty, Defender ed Ilex che si trovavano in mare nell’ambito dell’operazione inglese «MA 3» (di protezione al traffico convogliato britannico tra l’Egitto, Malta e la Grecia): queste navi avevano già affondato, due giorni prima, il sommergibile italiano Liuzzi, e pochissimo prima dell’Uebi Scebeli avevano attaccato ed affondato un altro sommergibile italiano, l’Argonauta[2][1].
L’Uebi Scebeli dovette effettuare l’immersione rapida – non era infatti in posizione adatta ad attaccare – e cercò poi, a quota periscopica, di portarsi all’attacco; rilevato però dai cacciatorpediniere inglesi, il sommergibile fu pesantemente bombardato con cariche di profondità che non riuscì ad evitare nonostante le varie manovre fatte, subendo così gravi danni[2].
Venuto forzatamente a galla, l’Uebi Scebeli, subito cannoneggiato e mitragliato, fu abbandonato dall’equipaggio, che aveva frattanto avviato le manovre di autoaffondamento; parte dei documenti segreti furono gettati in mare ed altri rinchiusi all’interno del sommergibile ormai irreparabilmente in via di affondamento, ma una scialuppa del Defender lo abbordò prima che colasse a picco e scese, insieme al comandante Zani che ancora non aveva abbandonato l’unità, al suo interno, dovendo però ritornare poco dopo sull’imbarcazione: colpito anche da un’altra cannonata a prua, infatti, il sommergibile affondò alle ore 7, nel punto 35°29’ N e 20°06’ E[2][1].
Tuttavia una parte dei cifrari gettati in acqua non affondò subito – nonostante tali documenti fossero muniti di pesi appositamente per questo scopo – e cadde così in mano inglese[2].
L’intero equipaggio dell’Uebi Scebeli fu recuperato – e fatto prigioniero – dai cacciatorpediniere britannici[1][2].
Il sommergibile aveva svolto 3 missioni offensivo-esplorative, percorrendo in tutto 1437 miglia in superficie e 149 in immersione[3].