Antonio de' Medici: differenze tra le versioni
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Antonio nella sua vita fu sempre tenuto in ombra dallo zio, il Granduca [[Ferdinando I de' Medici|Ferdinando]], il quale gli conferì un appannaggio di trentacinquemila scudi l'anno, in cambio delle rinuncie al principato di Capestrano, nel Regno di Napoli, che il padre gli aveva conferito a titolo vitalizio, e a ogni pretesa sull'eredità paterna. Visse in alcune delle ville di famiglia, come quella [[villa Medicea di Marignolle|di Marignolle]] o il [[Casino Mediceo di San Marco]] e viaggiò molto. |
Antonio nella sua vita fu sempre tenuto in ombra dallo zio, il Granduca [[Ferdinando I de' Medici|Ferdinando]], il quale gli conferì un appannaggio di trentacinquemila scudi l'anno, in cambio delle rinuncie al principato di Capestrano, nel Regno di Napoli, che il padre gli aveva conferito a titolo vitalizio, e a ogni pretesa sull'eredità paterna. Visse in alcune delle ville di famiglia, come quella [[villa Medicea di Marignolle|di Marignolle]] o il [[Casino Mediceo di San Marco]] e viaggiò molto. |
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Dopo essere stato nominato [[Cavaliere di Malta]] ([[1594]]), e aver subito ottenuto nell'Ordine il priorato di Pisa, venne inviato come ambasciatore granducale |
Dopo essere stato nominato [[Cavaliere di Malta]] ([[1594]]), e aver subito ottenuto nell'Ordine il priorato di Pisa, venne inviato come ambasciatore granducale a [[Parigi]] (1597), a [[Milano]] (1598), a [[Genova]] (1599), a [[Bologna]] (1600), a [[Venezia]] (1601, 1603, 1614), a [[Roma]] (1605), a [[Mantova]] (1608), a [[Ravenna]] (1609). |
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Partecipó come venturiero alla spedizione militare capitanata da Giovanni dei Medici, figlio naturale di Cosimo I, che si recó in Ungheria in aiuto dell'imperatore Rodolfo II, e nel 1607 ad un attacco navale contro Cipro. |
Partecipó come venturiero alla spedizione militare capitanata da Giovanni dei Medici, figlio naturale di Cosimo I, che si recó in Ungheria in aiuto dell'imperatore Rodolfo II, e nel 1607 ad un attacco navale contro Cipro. |
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Valente e coraggioso militare, condusse tuttavia una vita agiata e libertina, ed ebbe diversi figli naturali. |
Valente e coraggioso militare, condusse tuttavia una vita agiata e libertina, ed ebbe diversi figli naturali. |
Versione delle 20:05, 13 apr 2018
Antonio de' Medici (Firenze, 29 agosto 1576 – Firenze, 2 maggio 1621) fu un personaggio controverso della famiglia Medici, legato alla relazione fra il granduca Francesco I de' Medici e la nobile veneziana Bianca Cappello.
Biografia
La nascita
Francesco, sposato con Giovanna d'Austria, si era invaghito della bella Bianca, pure essa sposata. La loro relazione era quindi clandestina e grande scalpore aveva suscitato l'assassinio del marito di lei, morto in circostanze mai precisate.
Quando anche la moglie di Francesco morì i due poterono finalmente sposarsi nel 1579, anche se per prudenza in un primo momento le nozze furono celebrate segretamente, per via della ferma opposizione di tutta la famiglia granducale verso la donna che era stata per Francesco fonte di scandalo e concubinaggio.
Non sorprende quindi che il figlio della coppia, Don Antonio appunto, l'unico maschio sopravvissuto a Francesco, non fosse mai accettato come erede ufficiale del Granducato e aspramente avversato dallo zio, il Cardinale Ferdinando, poi granduca con il nome di Ferdinando I dopo l'improvvisa morte di Francesco e di Bianca Cappello nella Villa di Poggio a Caiano nel 1587.
In realtà non è mai stato chiarito il vero lignaggio di Don Antonio, nascosto fin dall'epoca della sua nascita dagli intrighi e le trame di palazzo. Alcune voci lo indicano come figlio di una serva di Bianca e di un uomo sconosciuto, e di conseguenza semplicemente adottato dalla coppia: non stupirebbe d'altronde una simulazione di gravidanza da parte di Bianca Cappello, la quale aveva il vantaggio che il Granduca Francesco non aveva ancora avuto nessun erede maschio da sua moglie legittima, che ciò potrebbe essere stato un motivo per ripudiarla e magari prenderla come sposa se le avesse saputo garantire un erede prima di Giovanna. Dopo una serie di ben sei figlie femmine (alcune morte infanti) Francesco avrebbe avuto il primo erede proprio in Antonio, con la possibilità di legittimarlo alla successione dinastica; Giovanna ebbe un figlio maschio solo un anno dopo, Filippo, ma egli morì all'età di tre anni (forse anche in questo caso ci fu qualche intrigo di potere), dopo che anche sua madre era deceduta nel 1578.
Anni maturi
Antonio nella sua vita fu sempre tenuto in ombra dallo zio, il Granduca Ferdinando, il quale gli conferì un appannaggio di trentacinquemila scudi l'anno, in cambio delle rinuncie al principato di Capestrano, nel Regno di Napoli, che il padre gli aveva conferito a titolo vitalizio, e a ogni pretesa sull'eredità paterna. Visse in alcune delle ville di famiglia, come quella di Marignolle o il Casino Mediceo di San Marco e viaggiò molto.
Dopo essere stato nominato Cavaliere di Malta (1594), e aver subito ottenuto nell'Ordine il priorato di Pisa, venne inviato come ambasciatore granducale a Parigi (1597), a Milano (1598), a Genova (1599), a Bologna (1600), a Venezia (1601, 1603, 1614), a Roma (1605), a Mantova (1608), a Ravenna (1609). Partecipó come venturiero alla spedizione militare capitanata da Giovanni dei Medici, figlio naturale di Cosimo I, che si recó in Ungheria in aiuto dell'imperatore Rodolfo II, e nel 1607 ad un attacco navale contro Cipro. Valente e coraggioso militare, condusse tuttavia una vita agiata e libertina, ed ebbe diversi figli naturali.
Morì il 2 maggio 1621.
Nel 1857, durante una prima ricognizione delle salme dei Medici, così venne ritrovato il suo corpo:
«[…] ravvolto nella Cappamagna di cavaliere dell’Ordine di Malta. Era vestito secondo il costume del tempo in cui venne a morte, di seta paonazza ricamata con filo di seta dello stesso colore.[1]»
Discendenza
Ebbe cinque figli, tre dei quali con Artemisia Tozzi (originaria di Lucca, m. 1643):
- Maria, illegittima. Monaca benedettina della Santissima Annunziata, donò a proprie spese un altare argenteo di 1600 scudi alla basilica.
- Maddalena (1610-?), illegittima nata da una donna bolognese, monaca a San Giovannino dei Cavalieri dal 1624
- Paolo de' Medici (1616-1656), figlio di Artemisa Tozzi, destinato alla carriera militare[2]
- Giulio (1617-1670), figlio di Artemisa Tozzi, sacerdote[3]
- Anton Francesco de' Medici (1618-1659), figlio di Artemisa Tozzi, frate dell'Ordine dei Cappuccini[4]
Dopo la morte di Antonio, Artemisia venne confinata nel monastero di San Clemente.
Note
- ^ Sommi Picenardi G., Esumazione e ricognizione delle Ceneri dei Principi Medicei fatta nell'anno 1857. Processo verbale e note, Archivio Storico Italiano Serie V, Tomo I-II, M. Cellini & c., Firenze 1888 in D. Lippi, Illacrimate Sepolture - Curiosità e ricerca scientifica nella storia della riesumazione dei Medici, Firenze, 2006 online.
- ^ Nel 1857, durante una prima ricognizione delle salme dei Medici, così venne ritrovato il suo corpo:
«[…] avente un logoro cappello di feltro sul cranio. Le vesti erano di seta, ma talmente consumate che dai pochi rimasugli non fu dato determinare né la foggia né il colore[...] (Sommi Picenardi G., Esumazione e ricognizione delle Ceneri dei Principi Medicei fatta nell'anno 1857. Processo verbale e note, Archivio Storico Italiano Serie V, Tomo I-II, M. Cellini & c., Firenze 1888 in D. Lippi, Illacrimate Sepolture - Curiosità e ricerca scientifica nella storia della riesumazione dei Medici, Firenze, 2006 online.)»
- ^ Nel 1857, durante una prima ricognizione delle salme dei Medici, così venne ritrovato il suo corpo:
«[…] il cadavere stavasi sconciamente, ma vedevansi ancora presso di quello i frammenti di un’ampolla di vetro ed alcune ossa che ne parvero di cane levriero. Quel corpo ridotto allo stato di mummia era vestito di seta nera, secondo il costume del sec. XVII, con maniche tagliate, dalle quali usciva la camicia di tela, che terminava a gala dattorno al collo e alle maniche. Sul capo aveva un lacero cappello di feltro bianco ornato di veli neri. (Sommi Picenardi G., Esumazione e ricognizione delle Ceneri dei Principi Medicei fatta nell'anno 1857. Processo verbale e note, Archivio Storico Italiano Serie V, Tomo I-II, M. Cellini & c., Firenze 1888 in D. Lippi, Illacrimate Sepolture - Curiosità e ricerca scientifica nella storia della riesumazione dei Medici, Firenze, 2006 online)»
- ^ Nel 1857, durante una prima ricognizione delle salme dei Medici, così venne ritrovato il suo corpo:
«Assai ben conservato che dal cilizio che lo vestiva, dal cordone dell'Ordine dei Cappuccini che gli cingeva i fianchi e dai mattoni sui quali posava la testa [...](Sommi Picenardi G., Esumazione e ricognizione delle Ceneri dei Principi Medicei fatta nell'anno 1857. Processo verbale e note, Archivio Storico Italiano Serie V, Tomo I-II, M. Cellini & c., Firenze 1888 in D. Lippi, Illacrimate Sepolture - Curiosità e ricerca scientifica nella storia della riesumazione dei Medici, Firenze, 2006 online.)»
Bibliografia
- Filippo Luti, Medici de', Antonio, in Dizionario Biografico degli Italiani, Enciclopedia Treccani, vol. 73, 2009.
- Filippo Luti, Don Antonio de' Medici professore de secreti, in Medicea. Rivista Interdisciplinare di studi medicei, Firenze, n. 1, ottobre 2008.
- Filippo Luti. Il miele e la cera nel seicentesco ricettario dei segreti di don Antonio de' Medici, in Atti del convegno internazionale sul mondo del miele Montà d'Alba (CN), editore Aspromiele, Torino, 2010.
- Filippo Luti. Don Antonio de' Medici e i suoi tempi. Firenze, Leo S. Olschki, 2006.
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Antonio de' Medici
Collegamenti esterni
- Documenti sui Medici, don Antonio, su documents.medici.org.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 8525991 · ISNI (EN) 0000 0000 4261 807X · BAV 495/59993 · CERL cnp00818755 · LCCN (EN) no2006076692 · GND (DE) 131667157 · BNF (FR) cb15538341p (data) · J9U (EN, HE) 987007594615005171 |
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