Carnevale storico persicetano

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File:Carnevale Storico Persicetano.jpg
La classica immagine del Carnevale Storico Persicetano con Bertoldo sull'asino.

Il Carnevale Storico persicetano è una festa che ha luogo nella città di San Giovanni in Persiceto, nella città metropolitana di Bologna. Ciò che rende questa manifestazione carnevalesca unica nel suo genere è il caratteristico spettacolo dello Spillo, il quale avviene al culmine della sfilata di ogni carro e viene valutato da una giuria di esperti, portando alla definizione di una graduatoria che anno dopo anno consacra un vincitore del Carnevale.[1]

Il Carnevale persicetano va distinto dal vicino Carnevale di Decima, che ha invece luogo a San Matteo della Decima, frazione di San Giovanni in Persiceto.

Storia

Il Carnevale persicetano nacque ufficialmente il 15 febbraio 1874. In realtà già negli anni precedenti si svolgevano manifestazioni carnevalesche in paese e negli archivi si trovano testimonianze di eventi risalenti all’inizio del XVII secolo. Nel 1873, appena finito il periodo di Carnevale, grazie all’intuizione di alcuni intraprendenti persicetani, si cominciò a pensare all’anno successivo. L’idea era quella di riunire le numerose iniziative presenti in paese e di gestirle tramite un’unica associazione che avrebbe preso il nome di "Società del Bertoldo" con l’obiettivo di organizzare un Carnevale più democratico in cui tutto il popolo fosse partecipe. Nel corso degli anni la Società del Bertoldo ebbe naturali evoluzioni tanto da diventare nel tempo la "Società Bertoldo e Bertoldino" che poi confluì nell’attuale "Associazione Carnevale Persiceto". Le guerre e le crisi economiche determinarono la sospensione del Carnevale in alcuni periodi che ancora si interruppe dal 1956 al 1969 nel mezzo di forti contrasti politici locali per poi rinascere in maniera ancora più spettacolare nel 1970; da allora non ci sono più state interruzioni.[1] Nella sua storia di Persiceto Giovanni Forni, in corrispondenza dell’anno 1893, scrive:

«In una sol cosa i Persicetani, nonostante le profonde dissensioni politiche, si trovavano d’accordo e cioè nel divertirsi e nel far divertire in tempo di carnevale. Una società, fondata già da molti anni, intitolata a Bertoldo e che si aggregò l’altra già del ribelle suo figlio Bertoldino, riunì soci di ogni classe e di ogni partito ed indisse corsi mascherati, feste popolari, veglie danzanti, lotterie di beneficenza e divertimenti popolari per modo che mentre negli altri paesi il carnevale era da gran tempo morto e sepolto, a Persiceto riviveva con tanto brio come e più che ai bei tempi antichi.[2]»

Bertoldo, Bertoldino e la Marcolfa

La stella del Carnevale Persicetano è rappresentata dal personaggio che qui ha avuto i natali, ovviamente un personaggio frutto della fantasia popolare: Bertoldo (Bartôld). Accompagnato dal di lui figlio, Bertoldino (Bartuldéin) e la madre di questo Marcolfa (La Marcòulfa).

Queste figure immaginarie, ma come spesso avviene, non del tutto inventate, nacquero dalla fantasia dello scrittore bolognese Giulio Cesare Croce (1550-1609) e col passare degli anni e dei secoli divennero sempre più care al popolo persicetano. Nel 1606 Croce scrive la sua opera più conosciuta: “Le Sottilissime Astuzie di Bertoldo”, in cui il villano Bertoldo, giunto alla corte del Re Alboino, lo stupisce e diverte per la sagacia ed astuzia con cui riesce ad uscire dai guai in cui, per la sua natura burlesca, inevitabilmente si invischia. Bertoldo è la quintessenza dell'arguzia, della scaltrezza, dello sberleffo irriverente, del linguaggio essenziale, diretto, immediato, fatto di cose concrete e quotidiane. Per questo ed altre cose ancora, Bertoldo è da sempre l'ispiratore del Carnevale Persicetano. Bertoldo è entrato nell'immaginario collettivo come il contadino “scarpe grosse e cervello fino”, definizione che non fa giustizia alla complessità del personaggio, che porta in sé tutta la vitalità della gente dei suoi luoghi, condita sì dall'ironia e dallo sberleffo irriverente, ma anche dalla corporalità e dalla visceralità che gli permettono di sentire e capire le cose ad istinto, e che ne fanno la maschera ideale per un carnevale di passioni come quello Persicetano.

Inutile dire che proprio Bertoldo, assieme a Bertoldino e la Marcolfa, accompagnano i carri carnevaleschi per tutto il corso delle sfilate.

La manifestazione

Anche oggi nel più che centenario carnevale persicetano, “come e più che ai bei tempi antichi”, i carri allegorici sfilano per le vie del centro preceduti dal re del carnevale Bertoldo, con Bertoldino, la moglie Marcolfa e la loro corte. Sono carri progettati e realizzati, nel corso di due o tre mesi di serate (alacri e conviviali), da folti gruppi di amici riuniti in una decina o poco più di società carnevalesche. Il Carnevale Persicetano si tiene in due domeniche di Carnevale: nella prima domenica ogni carro esegue il proprio Spillo, mentre nella seconda si ha la Premiazione del Carro Vincitore. La manifestazione si svolge lungo un percorso circolare ricavato nelle vie del centro di San Giovanni in Persiceto e che attraversa la piazza centrale del paese. Qui, tra le facciate della Basilica Collegiata e del Municipio, avvengono sia la Rappresentazione dello Spillo che la Premiazione.

Lo Spillo

Lo Spillo (in dialetto al Spéll), significa letteralmente “zampillo” o “schizzo”, ma assume anche il significato di trasfigurazione. L'antico vocabolario del dialetto bolognese della Coronedi Berti alla voce “Spéll”, accanto all'accezione di “zampillo, schizzo”, ne annovera anche una apposita di “trasfigurazione. Il trasfigurare, il far mutare effigie e figura; e lo diciamo di que' giuochi che si fanno ne' spettacoli”.

Ogni carro sfila "chiuso" per il paese, e una volta giunto in piazza, dopo aver letto una breve relazione introduttiva, il presentatore pronuncia la fatidica frase "il carro può eseguire lo Spillo": il carro quindi si trasforma quasi completamente, dischiudendosi e svelando così la propria allegoria, formata da ulteriori scenografie, maschere e personaggi che recitano una breve pantomima, il tutto accompagnato da una colonna sonora. Il carro diviene quindi un palcoscenico, in cui la piazza funge da teatro e la sfilata da rappresentazione. Una volta completato lo Spillo, dal carri vengono lanciati dolciumi e giocattoli.

La premiazione

Il gonfalone di Bertoldo e Bertoldino: lo stendardo più bianco è l'ambito premio per le società carnevalesche.

Conclusa la prima domenica dei corsi mascherati nella quale hanno sfilato con la loro creatura ed eseguito lo Spillo, i “carnevalai persicetani” vivono una settimana d'ansia nel costante dubbio che il pubblico, ma primariamente la giuria, abbia compreso il significato del carro.

Naturalmente si sa già se qualcosa non abbia funzionato durante lo spillo, se un meccanismo si sia inceppato, se una struttura si sia aperta troppo presto o troppo lentamente. E si son visti pezzi d'uomini lacrimare su foltissimi baffi per queste cose.

La giuria è composta da tre membri, uno per ogni materia di competenza:

  • Pittura e Scultura
  • Architettura e Costruzione
  • Soggetto e Svolgimento

I voti sono in trentesimi, come all'università. Ma prima dei voti viene il giudizio. E la lettura dei giudizi espressi dalla giuria per ciascun carro è il secondo grande spettacolo, dopo lo Spillo, del Carnevale Persicetano! Assistere a questo spettacolo nella seconda domenica permette di capire lo spirito che anima questo storico carnevale. I carri entrano in piazza uno alla volta, si fermano al centro e la società si schiera tutt'attorno al gran completo. Il presentatore apre la busta, per un attimo la sua abituale logorrea si placa e un breve silenzio denso di aspettative cala sulla piazza. A questo punto inizia l'attesa litania con la lettura dei giudizi nelle tre materie e dei rispettivi punteggi. Il seguito di urla, boati o fischi che accompagna tale lettura è la diretta conseguenza della tensione emotiva di ciascuna società, che in caso di vittoria scoppierà ovviamente in una grande festa fino a notte inoltrata. Da notare che al termine di ciascuna lettura viene consegnato alla società carnevalesca uno Stendardo (o Gonfalone) colorato con il numero della posizione conquistata in classifica. Ogni Stendardo ha un proprio colore: più alta la posizione in classifica, più chiaro il colore dello stendardo. La società vincitrice porterà quindi nella propria Sede uno stendardo bianchissimo, mentre la società classificata per ultima lo riceverà di colore nero.

Classifica ufficiale (dal 2000)

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Note

  1. ^ a b Il carnevale persicetano, su carnevalepersiceto.it. URL consultato il 14 febbraio 2020.
  2. ^ Carnevale storico persicetano, su comunepersiceto.it.

Collegamenti esterni