Palazzo Ducale (Mantova)
Palazzo Ducale | |
---|---|
Ubicazione | |
Stato | Italia |
Località | Mantova |
Indirizzo | Piazza Sordello 40, 46100 Mantova, Italia |
Coordinate | 45°09′37.21″N 10°47′55.68″E |
Caratteristiche | |
Proprietà | Ministero della Cultura |
Visitatori | 244 385 (2022) |
[www.mantovaducale.it Sito web] | |
Il Palazzo Ducale è stata la residenza principale dei Gonzaga, signori, marchesi ed infine duchi della città di Mantova.
Ambienti distinti e separati tra loro furono costruiti in epoche diverse a partire dal XIII secolo, inizialmente per opera della famiglia Bonacolsi successivamente su impulso dei Gonzaga. Fu il duca Guglielmo ad incaricare il prefetto delle Fabbriche Giovan Battista Bertani perché collegasse i vari edifici in forma organica così da creare, a partire dal 1556, un unico grandioso complesso monumentale e architettonico, uno dei più vasti d'Europa (34.000 m² circa),che si estendeva tra la riva del lago Inferiore e Piazza Sordello, l'antica Piazza di San Pietro. Morto Bertani nel 1576, l'opera fu proseguita da Bernardino Facciotto che completò l'integrazione di giardini, piazze, loggiati, gallerie, esedre e cortili, fissando definitivamente l'aspetto della residenza ducale. L'interno del palazzo è quasi spoglio perché una volta impoveritisi, i Gonzaga dovettero vendere opere d'arte (soprattutto a Carlo I d'Inghilterra) e arredi, parte dei quali furono successivamente sottratti da Napoleone.
Corte Vecchia
Il palazzo del Capitano che si affaccia su piazza Sordello, è l'edificio più antico del palazzo Ducale voluto da Guido Bonacolsi sul finire del duecento. Inizialmente costruito su due piani e separato dalla Magna Domus da un vicolo, nei primi anni del 1300 fu rialzato di un piano ed unito alla stessa Magna Domus dalla monumentale facciata con portico, sostanzialmente rimasta tale fino ad oggi. Il secondo piano aggiunto è costituito da un unico enorme salone (mt. 67x15) detto Dell'Armeria, appellato anche come Salone della Dieta, in quanto ospitò la Dieta di Mantova del 1459. Tale insigne ambiente è ora abbandonato e bisognoso di restauro.
La Magna Domus e il palazzo del Capitano costituiranno il nucleo originario che dette forma alla Corte Vecchia. A metà del XIV secolo in alcune delle sale, Pisanello mise mano a un maestoso ciclo di affreschi di soggetto cavalleresco arturiano che aveva lo scopo di glorificare il casato del committente Gianfrancesco Gonzaga, non casualmente lui stesso raffigurato nel dipinto. Si deve al sovrintendente Giovanni Paccagnini la clamorosa scoperta e il conseguente restauro della grande opera del Pisanello, avvenuti nel corso degli anni ‘60-‘70. Le sale del Pisanello accolgono frammenti degli affreschi e le relative sinopie preparatorie.
Appartamento di Isabella d’Este in Corte Vecchia
Corte Vecchia riacquistò un suo nuovo prestigio quando nel 1519 Isabella d'Este lasciò la dimora nel Castello e si trasferì al piano terreno di questo antico settore della reggia gonzaghesca, nell'appartamento detto vedovile. L'appartamento di Isabella era costituito da due ali ora divise dall'ingresso al Cortile d'Onore. Nell'ala della Grotta, più privata, con la principessa si trasferirono gli arredi lignei e le collezioni d'arte dei due celebri studioli, la grotta e lo studiolo. Quest'ultimo conteneva dipinti, conservati al Museo del Louvre, provenienti dallo Studiolo di Castello commissionati tra il 1496 e il 1506 al Mantegna (Parnaso e Trionfo della Virtù), a Lorenzo Costa il Vecchio (Isabella d'Este nel regno di Armonia e Regno di Como) e al Perugino (Lotta tra Amore e Castità) ai quali si aggiunsero opere del Correggio (Allegoria del vizio e Allegoria della virtù). Altro celebre ambiente di questa ala è la "Camera Granda" o "Scalcheria" affrescata nel 1522 dal mantovano Lorenzo Leonbruno. L'appartamento comprendeva altre sale nell'ala detta di Santa Croce dal nome di una antica chiesa di epoca matildica sui resti della quale furono ricavati ambienti di rappresentanza come la Sala delle Imprese Isabelliane, la Sala Imperiale o Sala del Camino, la Sala delle Calendule, la Sala delle Targhe e la Sala delle Imprese. Successivamente Guglielmo Gonzaga (1550-1587), trasformerà gli ambienti di Corte Vecchia creando il Refettorio affacciato sul Giardino Pensile e la Sala dello Specchio destinata alla musica.
Appartamento degli arazzi
In epoca asburgica il Refettorio fu oggetto di una ristrutturazione che portò alla creazione della Sala dei Fiumi dove, dipinti sulle pareti con sembianze di giganti, sono rappresentati i fiumi del territorio mantovano. Contemporaneamente fu realizzato l' Appartamento degli Arazzi composto da quattro sale. Sulle pareti di tre di queste sono stesi nove arazzi tessuti a mano nelle Fiandre su cartoni con disegno preparatorio di Raffaello, gli stessi utilizzati per i noti arazzi raffaelleschi conservati in Vaticano. Furono acquistati a Bruxelles dal Card. Ercole Gonzaga nella prima metà del 1500 per arredare l'ambiente allora chiamato "Appartamento Verde". Gli arazzi fiamminghi dopo aver addobbato anche la chiesa palatina di Santa Barbara e finiti dimenticati nei magazzini del Palazzo Ducale, furono restaurati del 1799 e collocati nell'appartamento per loro adattato. Un'ulteriore ristrutturazione di epoca napoleonica riguardò anche la Sala dello Zodiaco, altrimenti detta di Napoleone I, in quanto fu la stanza da letto del Bonaparte.
Castello di San Giorgio
Costruito a partire dal 1395 e concluso nel 1406 su committenza di Francesco I Gonzaga e su progetto di Bartolino da Novara, è un edificio a pianta quadrata costituito da quattro torri angolari e cinto da un fossato con tre porte e relativi ponti levatoi, volto a difesa della città. L'architetto Luca Fancelli, nel 1459 su indicazione del marchese Ludovico III Gonzaga, che liberò ambienti di Corte Vecchia per il Concilio indetto da Pio II, ristrutturò il castello che perse definitivamente la sua primitiva funzione militare e difensiva.
La Camera degli sposi
La Camera Picta (Camera degli Sposi), meravigliosa stanza del piano nobile del torrione nord est del Castello di San Giorgio, è opera di Andrea Mantegna. Il Mantegna la realizza nell'arco di nove anni, dal 1465 (data incisa sulla parete) al 1475 (data incisa sulla lapide celebrativa all'ingresso della sala), e riadatta lo spazio angusto della stanza cubica con volte su lunette in un susseguirsi di realtà e finzione conferendo all'ambiente un'atmosfera en plein air (dando quindi un'idea di trovarsi in un finto loggiato). Lo spazio di ogni parete della camera è stato diviso dall'artista in tre aperture che trasmettono allo spettatore, attraverso ampi archi, paesaggi bucolici e tende mosse dal vento una forte antitesi con il ridotto ambiente architettonico. Gli affreschi sono stati realizzati sia a secco (parete nord; questa tecnica permette una cura minuziosa dei particolari) sia a fresco(parete sud; l'affresco obbliga il pittore ad optare per un gusto più sintetico. Due sono le scene dipinte raffiguranti componenti della famiglia Gonzaga, la "Scena dell'Incontro" e la "Scena della Corte". Con esse Mantegna rende omaggio ai mecenati che tante committenze gli hanno procurato.
Domus Nova (Corte Nuova)
È l'architetto toscano Luca Fancelli a realizzare la Domus Nova (1480-84) che subirà, più di un secolo dopo su impulso del duca Vincenzo I, interventi architettonici che trasformeranno l'edificio fancelliano. Il progetto di quest'intervento dal quale se ne ricavò l'attuale Appartamento Ducale, si deve al pittore e architetto cremonese Antonio Maria Viani, dal 1595 al servizio dei Gonzaga.
Nella maestosa Sala degli Arcieri sono attualmente esposti dipinti provenienti da chiese e monasteri soppressi. La tela più famosa qui esposta rappresenta La famiglia Gonzaga in adorazione della Trinità opera di Pietro Paolo Rubens realizzata per la chiesa della Santissima Trinità nel 1605. A Mantova del trittico originario resta soltanto la tela centrale parzialmente mutilata, essendo il resto del quadro originario sparso per l'Europa, la Trasfigurazione di Cristo è ora a Nancy, mentre il Battesimo di Cristo è ad Anversa. La tela mantovana riproduce in primo piano il duca Vincenzo con la moglie Eleonora de' Medici, più arretrati il padre Guglielmo con la moglie Eleonora d'Austria.
La Galleria degli specchi
La Galleria degli specchi è una stanza in cui una volta i Gonzaga si riunivano a ballare; essa ha all'interno, appunto, specchi di forma rettangolare. Qui si organizzavano anche grandi tavole imbandite, perché ai Gonzaga piaceva molto mangiare anche durante il ballo.
Le Catacombe in Corte
Il duca Ferdinando Gonzaga, secondogenito di Vincenzo , che fu cardinale prima di succedere al fratello Francesco III, incaricò Antonio Maria Viani della costruzione della Scala Santa in "scala", ubicata sotto il suo appartamento nella Domus Nova. Questi ambienti riproducono in scala ridotta l'originale Scala Santa di Roma a San Giovanni in Laterano. La particolare miniaturizzazione degli ambienti ha indotto per secoli a pensare che questi locali fossero destinati a ospitare i mitici nani gonzaghesi, raffigurati anche nella Camera degli Sposi. Fino al 1979 questo “alloggio” era appunto denominato "appartamento dei nani", quando lo studioso Renato Berzaghi smascherò l'abbaglio storico e dimostrò le corrispondenze fra la riproduzione gonzaghesca e l’originale romano, confermate da documenti d'archivio che le collegavano ad una zona precedentemente non con certezza identificata: le Catacombe in Corte.
Sala di Manto
La sala di Manto è all’interno della Corte Nuova. Originariamente costituiva l'ingresso dell’appartamento di Troia che deve il suo nome agli affreschi della sala principale dovuti all'opera, tra 1538 e 1539, di collaboratori di Giulio Romano che ebbe l'incarico da Federico II Gonzaga di ristrutturare numerosi ambienti del Palazzo Ducale. L’aspetto attuale della Sala di Manto è dovuto all’intervento di Guglielmo che dispose la creazione dell’appartamento Grande di Castello. Gli affreschi della sala raccontano la storia della fondazione della città preceduta dall'arrivo in Italia di Manto, leggendaria figlia dell’indovino Tiresia. Viene quindi raffigurata la nascità della città dovuta al figlio Ocno e altre opere urbanistiche intraprese dai Gonzaga.
Chiesa palatina di Santa Barbara
La Basilica della corte gonzaghesca fu costruita tra il 1562 e il 1572 su decisione del duca Guglielmo Gonzaga che ne affidò il progetto all'architetto Giovan Battista Bertani. Fu ideata come sede delle fastose cerimonie liturgiche di palazzo accompagnate da musiche sacre e per questo dotata di un prezioso organo Antegnati. La chiesa è stata recentemente oggetto di una importante scoperta: il ritrovamento dei resti di quattro duchi e altri componenti della famiglia ducale, tra questi Guglielmo che Santa Barbara fece edificare e che trasformò anche in pantheon della famiglia Gonzaga.
La Celeste Galeria
"GONZAGA. LA CELESTE GALERIA. Il Museo dei Duchi di Mantova" curata ed ideata da Andrea Emiliani e da Raffaella Morselli è la mostra, allestita dal 2 settembre 2002 al 12 gennaio 2003 a Mantova presso le Fruttiere di Palazzo Te e a Palazzo Ducale, per riproporre dopo quattro secoli una preziosa selezione della mitica collezione dei Gonzaga che nel momento del loro massimo splendore comprendeva duemila dipinti dei maggiori artisti dell'epoca e circa ventimila oggetti preziosi conservati ed esposti in Palazzo Ducale. Per l'elenco si rimanda alla voce Celeste Galeria.
I giardini e i cortili
- Il Cortile della Cavallerizza chiamato anche prato della Mostra, fu realizzato dall’architetto Giovan Battista Bertani, che nel 1556 uniformò le costruzioni che lo racchiusero al manierismo di Giulio Romano che caratterizza la preesistente palazzina detta "La Rustica" che vi si affaccia. Era il luogo dove erano mostrati i cavalli gonzagheschi pronti per la vendita, cavalli che erano considerati dai Gonzaga, insieme ai cani e ai falchi, gli animali più fedeli all'uomo.
- Il Giardino dei Semplici detto anche Giardino del Padiglione conserva la disposizione delle piante originale. Sorse nel 1603 per iniziativa di Zenobio Bocchi. Per l’igiene dei componenti della signoria questo giardino aveva particolare importanza. Pare, infatti, che durante l’inverno non si lavassero mai, ma profumassero i vestiti con i fiori e le rare essenza di questo giardino.
- Il Giardino Pensile nel refettorio, costruzione tardo-cinquecentesca, è posto a 12 m d’altezza.
- Il Giardino Segreto, parte integrante dell'Appartamento di Isabella d'Este in Corte Vecchia, fu concluso nel 1522 dall'architetto mantovano Gian Battista Covo.
- Cortile delle Otto Facce detto anche Cortile degli Orsi.
- Cortile del Frambus.
- Cortile d'Onore detto anche Giardino Ducale.
- Cortile di Santa Croce.
- Cortile dei Cani.
Galleria fotografica
-
Palazzo del Capitano
-
Castello di San Giorgio
-
Castello di San Giorgio
-
Camera degli Sposi, Ludovico Gonzaga e il segretario Marsilio Andreasi)
-
Camera degli Sposi
-
Camera degli Sposi
-
Camera degli Sposi
-
Camera degli Sposi
-
Camera degli Sposi
-
Scala Santa
Voci correlate
- Gonzaga
- Andrea Mantegna
- Giulio Romano
- Giovan Battista Bertani
- Luca Fancelli
- Pisanello
- Santa Barbara (Mantova)