Cantieri navali Tosi di Taranto
I cantieri navali Tosi di Taranto sono stati nel corso del XX secolo un'importante realtà industriale della città, impiantati verso la fine del 1914, quando, alla vigilia della prima guerra mondiale, la società anonima Tosi di Legnano, specializzata nella produzione di apparati motore, caldaie, turbine, iniziò ad impiantare gli stabilimenti di costruzione navale sulla riva settentrionale del primo seno del Mar Piccolo.
Cantiere Tosi
Nel periodo tra le due guerre il cantiere ricevette numerose commesse da parte della Regia Marina, specializzandosi soprattutto nella costruzione di sommergibili, alcuni costruiti anche per marine estere, intensificando la loro attività nel periodo immediatamente precedente la seconda guerra mondiale.
Nel 1947 i “Cantieri Tosi” diventano “Cantieri Navali di Taranto”. Nel dopoguerra una gestione inefficiente ei processi di riconversione industriale fece attraversare al cantiere una lunga crisi che alla fine degli anni cinquanta vide aggravare la situazione eonomica e finanziaria, sfociando nel 1958 nella richiesta di amministrazione controllata da parte degli azionisti della società.
I cantieri costituivano una delle più grosse realtà industriali del meridione e rivestendo un'importante rilevanza nell'economia della città pugliese, pressioni sociali e politiche portarono alla loro acquisizioni da parte dell'IRI e la loro acquisizione fu unoa delle prime da parte della nuova finanziaria Fincantieri società finanziaria di stato, fondata il 29 dicembre 1959, attraverso cui lo stato assumeva il controllo di quasi tutti i grandi gruppi cantieristici dell'epoca CRDA, OTO e Ansaldo.
Il 15 marzo 1960 i Cantieri Navali Tosi cessano l’attività e al loro posto subentra la “Società Officine di Costruzioni e Riparazioni Navali di Taranto” che rileva lo stabilimento.
Nel 1975 viene varato dallo scalo, l'ultima costruzione navale. Si tratta della "scarpa" sinistra (la destra fu costruita a Trieste) di una nave posatubi della Saipem, la nave "Castoro VI". la peculiarità della costruzione era quella che si trattava di uno scafo che doveva lavorare sommerso in quanto, attraverso delle colonne portanti doveva sostenere il "Deck" sul quale sarebbero state svolte le lavorazioni di assemblaggio e saldatura delle "pipelines" da depositare sul fondo marino. Lo scafo costruito a Taranto, fu inviato a Trieste presso l'Arsenale Triestino San Marco, ove furono ultimati i lavori di assemblaggio sia con lo scafo dx che con il deck. Nel 1978 le maestranze dei Cantieri navali di Taranto, furono impegnate nella costruzione di una piattaforma per ricerche petrolifere (drilling platform "Beta") Detta piattaforma (Jacket and Deck) fu destinata in una zona di mare definita "Prinos Field" nei pressi della Grecia. Elevatissimi erano gli standard di qualità sia sul montaggio dei vari pezzi che sul controllo delle saldature. Infatti tutti i saldatori dei Cantieri avevano conseguito i brevetti necessari e richiesti dagli Ispettori statunitensi, dimostrando nei fatti grande versatilità professionale derivata dal passaggio da riparatori navali a costruttori di piattaforme per ricerche petrolifere.
Nel 1981 si ha la fusione della Società Esercizio Bacini S.p.A. di Napoli con gli Stabilimenti di Taranto s.p.a. ed a seguito della fusione dei due cantieri, la nuova Società diventa nel 1982 Società Esercizio Bacini Meridionali S.p.A.(SEBM).
Nel 1983 e precisamente alla fine del mese di Ottobre, si avviano i lavori di allungamento della Nave Ro-ro portacontainer con 5 ponti di stivaggio dei container, "Comandante Revello" che dopo essere entrata in bacino 2 (a Taranto vi erano due bacini di carenaggio galleggianti) viene tagliata trasversalmente all'altezza del cassero poppiero dopodiché resi stagni i compartimenti si procede alla fuoruscita della prora e dopo l'ingresso in bacino del tronco di 33 metri, viene fatta rientrare la prora. I lavori di allungamento durarono per tutto il mese di Novembre 1983 e la nave riprese il mare il 3 Dicembre 1983 transitando per il Canale Navigabile alle ore 14.45.
La SEBM nel 1984, venne totalmente inglobata nel gruppo Fincantieri che da holding finanziaria,[1] delle partecipazioni statali assumeva direttamente in proprio l'attività operativa delle società che prima controllava.
I cantieri navali di Taranto, cessano definitivamente l'attività il 31 Dicembre 1990
Navi
Elenco delle principali navi realizzate nello stabilimento:
- 1932 - Salpa - sommergibile - (Regia Marina)
- 1933 - Archimede - sommergibile - (Regia Marina)
- 1934 - Galileo Ferraris - sommergibile - (Regia Marina)
- 1935 - Pietro Micca - sommergibile - (Regia Marina)
- 1938 - Benedetto Brin - sommergibile - (Regia Marina)
- 1939 - Alpino Bagnolini - sommergibile - (Regia Marina)
- 1939 - Archimede (sommergibile 1939) - sommergibile - (Regia Marina)
- 1939 - Reginaldo Giuliani - sommergibile - (Regia Marina)