Al-Hasan ibn Ahmad ibn Abi Khinzir
Al-Hasan ibn Ahmad ibn Abi Khinzir, pseudonimo di Ḥasan ibn Aḥmad ibn ʿAlī ibn Kulayb (in arabo الحسن بن أحمد بن أبي خنزير?) (fl. X secolo), è stato un comandante militare fatimide e il primo governatore fatimide di Kairouan e della Sicilia.
Vita
[modifica | modifica wikitesto]Al-Hasan ibn Ahmad ibn Abi Khinzir era un arabo della città di Mila.[1] Si unì alla da'wa ismailita guidata da Abu Abdallah al-Shi'i.[2] Quando Abu Abdallah rovesciò la dinastia aghlabide dell'Ifriqiya nel marzo 909 e stabilì il califfato fatimide, Ibn Abi Khinzir fu scelto come governatore (amil) di Kairouan, la capitale dell'Ifriqiya. Kairouan era popolata da arabi e la nomina di Abi Ibn Khinzir ovviò alla necessità di nominare un berbero di Kutama al suo posto: un rozzo membro di una tribù berbera sarebbe stato inaccettabile per gli arabi di Kairouan, mentre i kutama a loro volta chiesero con veemenza di poter saccheggiare la città.[3] Il fratello di Hasan, Khalaf, divenne allo stesso tempo governatore dell'ex centro amministrativo aghlabide di al-Qasr al-Qadim.[2] La loro nomina fu confermata dal nuovo califfo fatimide, al-Mahdi Billah, quando assunse le redini del potere all'inizio del 910.[4] Come governatore, Ibn Abi Khinzir contribuì a imporre i rituali sciiti a Kairouan, attirando la profonda inimicizia dei giuristi sunniti malikiti.[5][6]
Subito dopo, al-Mahdi nominò Ibn Abi Khinzir come suo primo governatore in Sicilia che gli Aghlabidi avevano in gran parte conquistato dall'Impero bizantino.[7] Era accompagnato da suo fratello Ali e dal nuovo capo qadi dell'isola, Ishaq ibn Abi Minhal, nonché da un nuovo funzionario, il sahib al-khums, (il signore del quinto) che fu inviato a raccogliere un quinto del reddito secondo le tradizioni giuridiche sciite, al quale la casta guerriera siciliana arabo-berbera sunnita e dalla mentalità fieramente indipendente si oppose con veemenza.[5][8] Il nuovo governatore arrivò a Mazara il 20 agosto 910 e si diresse verso la capitale dell'isola, Palermo, lasciando il fratello ad Agrigento, tenuta da una forte guarnigione berbera.[8] Nell'estate del 911, Ibn Abi Khinzir guidò l'ordinaria campagna di incursioni annuali contro le rimanenti roccaforti bizantine nel nord-est (la Val Demone). Fece diversi prigionieri e devastò i campi, ma non conquistò alcun forte.[9] Il governatore divenne ben presto impopolare tra i siciliani, probabilmente a causa delle pesanti tasse, e questi si ribellarono, lo imprigionarono e chiesero la sua sostituzione.[5][8] Ciò fu concesso, e il sahib al-khum governò la Sicilia fino all'arrivo del nuovo governatore, l'anziano Ali ibn Umar al-Balawi, nell'agosto del 912. La sosituzione, tuttavia, non calmò la situazione: all'inizio del 913, il sahib al-khums fu assassinato, il fratello di Ibn Abi Khinzar fu cacciato da Agrigento e al-Balawi venne deposto.[5][8] Dal 913 al 916 la Sicilia fu in rivolta contro i Fatimidi, durante il governo di Ahmad ibn Qurhub.[10][11]
Al suo ritorno, riprese la sua posizione a Kairouan. Le tensioni tra i kutama e gli abitanti di Kairouan rimasero irrisolte, poiché i kutama consideravano come loro diritto inalienabile, acquisito nella guerra santa, il saccheggio della città. Il 10 aprile 912 scoppiò in città un pogrom anti-kutama, a partire da uno scontro sulla piazza del mercato tra il prepotente kutama e i mercanti locali. La popolazione si mobilitò e uccise ogni kutama che riusciva a trovare all'interno delle mura della città; è stato affermato che furono uccisi oltre 700 kutama. Incapace di fermare ciò, Ibn Abi Khinzir riuscì a calmare la situazione e rimosse rapidamente i cadaveri gettandoli nella canalizzazione. Poiché nessuno poteva essere ritenuto responsabile di questo atto, il califfo al-Mahdi dovette accontentarsi delle scuse formali da parte dei notabili della città e di una multa pecuniaria.[12] Questo evento non fece altro che aumentare lo scontento dei kutama nei confronti del regime fatimide che avevano contribuito a stabilire e portò alla fallita ribellione sotto l'anti-mahdi Kadu ibn Mu'arik al-Mawati.[13]
Nel luglio 914, la flotta siciliana, comandata dal figlio minore di Ibn Qurhub, Muhammad, fece un'incursione nelle coste dell'Ifriqiya. A Leptis Minor, il 18 luglio i siciliani colsero di sorpresa uno squadrone navale fatimide: la flotta fatimide fu data alle fiamme e in 600 furono imprigionati.[11][14] Tra i prigionieri c'era Ibn Abi Khinzir, che fu giustiziato. Nel luglio 916, quando Ibn Qurhub e i suoi seguaci furono deposti e consegnati ad al-Mahdi, furono legati sulla tomba di Ibn Abi Khinzir, mutilati e crocifissi pubblicamente.[11][14]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Halm, 1991, p. 114.
- ^ a b Halm, 1991, p. 116.
- ^ Halm, 1991, pp. 114, 116, 140.
- ^ Halm, 1991, p. 140.
- ^ a b c d Metcalfe, 2009, p. 46.
- ^ Halm, 1991, p. 219.
- ^ Halm, 1991, pp. 163-164.
- ^ a b c d Halm, 1991, p. 164.
- ^ PmbZ, al-Ḥasan b. Aḥmad b. Abī Ḫinzīr (#22559).
- ^ Halm, 1991, pp. 164, 166.
- ^ a b c PmbZ, Aḥmad b. Ziyādatallāh b. Qurhub (#20191.
- ^ Halm, 1991, pp. 158, 159.
- ^ Halm, 1991, pp. 159-161.
- ^ a b Halm, 1991, p. 166.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (DE) Heinz Halm, Das Reich des Mahdi: der Aufstieg der Fatimiden (875 - 973), Munich, Beck, 1991, ISBN 978-3-406-35497-7.
- (DE) Lilie, Ralph-Johannes; Ludwig, Claudia; Pratsch, Thomas; Zielke, Beate, Prosopographie der mittelbyzantinischen Zeit: (641-867) / nach Vorarbeiten F. Winkelmanns erstellt, W. de Gruyter, 1999, ISBN 978-3-11-016674-3.
- (EN) Alex Metcalfe, The Muslims of Medieval Italy, Edinburgh, Edinburgh University Press, 2009, ISBN 978-0-7486-2008-1.