Gran Premio degli Stati Uniti d'America-Est 1984

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Stati Uniti (bandiera) GP degli Stati Uniti-Est 1984
396º GP del Mondiale di Formula 1
Gara 8 di 16 del Campionato 1984
Data 24 giugno 1984
Nome ufficiale III Detroit Grand Prix
Luogo Detroit
Percorso 4,023 km
Distanza 63 giri, 253,449 km
Clima Soleggiato
Note Gara sospesa per incidente al 1º giro
Risultati
Pole position Giro più veloce
Brasile (bandiera) Nelson Piquet Regno Unito (bandiera) Derek Warwick
Brabham-BMW in 1'40"980 Renault in 1'46"221
(nel giro 32)
Podio
1. Brasile (bandiera) Nelson Piquet
Brabham-BMW
2. Italia (bandiera) Elio De Angelis
Lotus-Renault
3. Italia (bandiera) Teo Fabi
Brabham-BMW

Il Gran Premio degli Stati Uniti d'America Est 1984 è stata l'ottava prova della stagione 1984 del Campionato mondiale di Formula 1. Si è corsa domenica 24 giugno 1984 sul Circuito di Detroit. La gara è stata vinta dal brasiliano Nelson Piquet su Brabham-BMW; per il vincitore si trattò del dodicesimo successo nel mondiale. Ha preceduto sul traguardo il britannico Martin Brundle su Tyrrell-Ford Cosworth e l'italiano Elio De Angelis su Lotus-Renault. In seguito alla scoperta di un'irregolarità tecnica della Tyrrell, Brundle venne squalificato, facendo così scalare tutti i piloti giunti dopo di lui, di una posizione in graduatoria. Il secondo posto venne perciò assegnato a De Angelis, mentre il terzo fu attribuito a un altro italiano, Teo Fabi, anch'egli su Brabham-BMW. Per Fabi fu il primo podio in una gara valida per il campionato mondiale di Formula 1.[1]

Gli organizzatori del gran premio vennero premiati dalla FOM col Race Promoters' Trophy per il 1984, quale gara meglio organizzata nella stagione. Già due altre volte una gara disputata negli Stati Uniti d'America aveva vinto tale riconoscimento: il GP Usa Est 1976 e il Gran Premio di Las Vegas 1981.

Aspetti tecnici

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La situazione del manto stradale del tracciato era alquanto critica, con diverse crepe e avvallamenti, dovuti al gelo dell'inverno.

La Williams modificò le sospensioni anteriori della FW09, nel tentativo di combattere il sottosterzo della monoposto; la Ferrari presentò un cofano motore con delle nuove prese d'aria; sulla vettura italiana venne riproposta l'iniezione elettronica Marelli-Weber. A seguito delle ferite riportate, nella vittoriosa gara canadese, ai piedi di Nelson Piquet, dovute dell'alta temperatura del radiatore dell'olio, posto sul musetto della vettura, il radiatore stesso venne modificato. La novità più importante fu il cambio di motore sulla Spirit: la monoposto britannica abbandonò, ma solo per questa gara, il motore turbo della Hart, per sostituirlo con un motore a pressione atmosferica, il Ford Cosworth DFV. Ciò necessitò di una modifica del retro della vettura. Ciò fu deciso anche per la difficoltà della Hart di produrre pezzi di ricambio, in quanto il motorista inglese era penalizzato dallo sciopero dei metalmeccanici in Germania Ovest, in cui erano presenti dei fornitori del motorista. Problemi coi ricambi vi erano anche per Toleman e RAM.[2]

Aspetti sportivi

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Il gran premio venne definito "degli Usa Est", per distinguerlo dall'altra gara in programma negli Stati Uniti d'America nello stesso anno, a Dallas. La gara venne anche denominata "Gran Premio di Detroit".[2]

A seguito delle precarie condizioni fisiche di Patrick Tambay, che aveva saltato il gran premio precedente per una frattura al perone, la Renault contattò, quale suo sostituto, Mario Andretti; il pilota italoamericano aveva abbandonato la F1 al termine della stagione 1982. Le condizioni del pilota francese erano però, nel frattempo, migliorate, tanto che poté prendere parte alla gara. Anche la presenza di Nelson Piquet, dopo le ustioni patite nella gara precedente, era stata messa in dubbio.[3]

Teo Fabi, dopo aver saltato due gare per contemporanei impegni nella serie nordamericane, tornò al volante della Brabham, in luogo del fratello Corrado. Anche Jonathan Palmer, che non aveva disputato la gara del Canada, in quanto impiegato nella 24 Ore di Le Mans, rientrò nel mondiale, quale pilota della RAM.[2]

Qualificazioni

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Nelle libere del venerdì Derek Warwick sbatté contro un muretto del tracciato. La sospensione entrò nell'abitacolo della sua Renault: il pilota si lamentò dell'accaduto, e Niki Lauda, in qualità di presidente del sindacato dei piloti, chiese che venisse ridotta la potenza dei motori, e che la pedaliera venisse arretrata dietro la linea delle gomme anteriori, per meglio proteggere i piedi dei piloti, a seguito dei tanti incidenti gravi che si erano verificati già in stagione.[2]

Nella sessione ufficiale il miglior tempo fu di Nigel Mansell, su Lotus, che precedette Niki Lauda e Nelson Piquet; i tre erano racchiusi in appena tre decimi. Il tempo di Lauda venne poi cancellato in quanto l'alettone posteriore era più largo di un millimetro, rispetto al consentito. Il turno venne interrotto per due volte, per degli incidenti. Il primo coinvolse Teo Fabi e Marc Surer, che si colpirono lateralmente mentre viaggiavano a 200 km/h, per poi finire contro le protezioni. Ayrton Senna, che fino a quel momento aveva il terzo tempo, uscì alla chicane prima dell'arrivo, terminando contro un guard-rail. I piloti continuarono a protestare per le condizioni della pista.[4][5]

Al sabato Nelson Piquet strappò la pole position al britannico, ottenendo un tempo di 4 secondi più rapido del tempo migliore dell'anno precedente. Il brasiliano precedette di sei decimi Alain Prost, mentre Mansell scalò terzo, davanti a Michele Alboreto, in ripresa rispetto al venerdì. Arnoux chiuse solo quindicesimo, dopo aver anche effettuato un testacoda, nella parte iniziale delle qualifiche. Lauda chiuse decimo: l'austriaco girò molto, per cercare un tempo, dopo l'esclusione del venerdì, ma fu sempre penalizzato dal molto traffico presente in pista.[6] Anche in questa sessione si registrarono diversi incidenti: Stefan Bellof danneggiò la sua Tyrrell, Andrea De Cesaris urtò diverse volte le protezioni.[2]

I risultati delle qualifiche[7] furono i seguenti:

Pos Pilota Costruttore Tempo Griglia
1 1 Brasile (bandiera) Nelson Piquet Regno Unito (bandiera) Brabham-BMW 1'40"980 1
2 7 Francia (bandiera) Alain Prost Regno Unito (bandiera) McLaren-TAG Porsche 1'41"640 2
3 12 Regno Unito (bandiera) Nigel Mansell Regno Unito (bandiera) Lotus-Renault 1'42"172 3
4 27 Italia (bandiera) Michele Alboreto Italia (bandiera) Ferrari 1'42"246 4
5 11 Italia (bandiera) Elio De Angelis Regno Unito (bandiera) Lotus-Renault 1'42"434 5
6 16 Regno Unito (bandiera) Derek Warwick Francia (bandiera) Renault 1'42"637 6
7 19 Brasile (bandiera) Ayrton Senna Regno Unito (bandiera) Toleman-Hart 1'42"651 7
8 23 Stati Uniti (bandiera) Eddie Cheever Italia (bandiera) Alfa Romeo 1'43"065 8
9 15 Francia (bandiera) Patrick Tambay Francia (bandiera) Renault 1'43"289 9
10 8 Austria (bandiera) Niki Lauda Regno Unito (bandiera) McLaren-TAG Porsche 1'43"484 10
11 3 Regno Unito (bandiera) Martin Brundle Regno Unito (bandiera) Tyrrell-Ford Cosworth 1'43"754 11
12 26 Italia (bandiera) Andrea De Cesaris Francia (bandiera) Ligier-Renault 1'43"998 12
13 18 Belgio (bandiera) Thierry Boutsen Regno Unito (bandiera) Arrows-BMW 1'44"063 13
14 14 Germania Ovest (bandiera) Manfred Winkelhock Germania (bandiera) ATS-BMW 1'44"228 14
15 28 Francia (bandiera) René Arnoux Italia (bandiera) Ferrari 1'44"748 15
16 4 Germania Ovest (bandiera) Stefan Bellof Regno Unito (bandiera) Tyrrell-Ford Cosworth 1'44"940 16
17 20 Venezuela (bandiera) Johnny Cecotto Regno Unito (bandiera) Toleman-Hart 1'45"231 17
18 25 Francia (bandiera) François Hesnault Francia (bandiera) Ligier-Renault 1'45"419 18
19 5 Francia (bandiera) Jacques Laffite Regno Unito (bandiera) Williams-Honda 1'46"225 19
20 9 Francia (bandiera) Philippe Alliot Regno Unito (bandiera) RAM-Hart 1'46"333 20
21 6 Finlandia (bandiera) Keke Rosberg Regno Unito (bandiera) Williams-Honda 1'46"495 21
22 17 Svizzera (bandiera) Marc Surer Regno Unito (bandiera) Arrows-Ford Cosworth 1'46"626 22
23 2 Italia (bandiera) Teo Fabi Regno Unito (bandiera) Brabham-BMW 1'47"335 23
24 10 Regno Unito (bandiera) Jonathan Palmer Regno Unito (bandiera) RAM-Hart 1'47"743 24
25 22 Italia (bandiera) Riccardo Patrese Italia (bandiera) Alfa Romeo 1'47"974 25
26 24 Italia (bandiera) Piercarlo Ghinzani Italia (bandiera) Osella-Alfa Romeo 1'48"865 26
Vetture non qualificate
NQ 21 Paesi Bassi (bandiera) Huub Rothengatter Regno Unito (bandiera) Spirit-Ford Cosworth 1'49"995 NQ

Nella notte tra sabato e domenica un forte acquazzone colpì il tracciato, che così divenne ancora più scivoloso, vista la mancanza dello strato di gomma lasciato dalla vetture nei giorni di prova.

Al via, Nigel Mansell, dalla seconda fila, cercò di infilarsi tra Alain Prost e Nelson Piquet ma finì schiacciato a tra le due vetture: il francese uscì indenne, mentre il brasiliano finì in testacoda, andando a sbattere contro Michele Alboreto; una ruota si staccò, andando a colpire la Toleman di Ayrton Senna, fortunatamente nella sospensione anteriore: Marc Surer si ritrovò, davanti, la Brabham di Piquet ferma, e non poté evitare l'urto. La gara venne sospesa: Piquet (che aveva preso un colpo al collo e aveva la nuca dolorante), Alboreto e Senna ripartirono con il muletto mentre all'Arrows l'assenza del muletto, costrinse al ritiro Surer. Alla Lotus Mansell prese la vettura di Elio De Angelis, che fu costretto a ripiegare sul muletto. Il gran premio riprese, con la griglia iniziale, e per la distanza prevista.

Al secondo via Piquet prese il comando, seguito da Prost, Mansell e Alboreto. Nei primi giri si ritirarono Jonathan Palmer e René Arnoux, dopo degli errori di guida che li portarono a colpire i muretti attorno alla pista, mentre Andrea De Cesaris fu costretto a una sosta per sostituire un'asta danneggiata; Derek Warwick passò prima Eddie Cheever poi Michele Alboreto, installandosi in quarta posizione. Prost cercò di mantenere contatto da Piquet fino a quando le sue gomme non iniziano a degradarsi e al decimo giro venne superato da Mansell alla Congress. Due giri dopo Cheever prese la quinta posizione ad Alboreto. Al quattordicesimo giro Warwick passò a gomme dure, scendendo in sedicesima posizione.

Mansell si mise alla caccia di Piquet ma, al diciassettesimo giro, iniziò a rallentare a causa di un problema al cambio. Poco dopo Prost si fermò per cambiare gli pneumatici, dopo essere stato passato da Cheever, Alboreto e De Angelis. La gara dello statunitense s'interruppe al giro 22, per un problema al motore. Nello stesso giro ci fu anche il ritiro per Ayrton Senna, dopo essere andato a sbattere contro le protezioni della prima curva. La gara era sempre comandata da Piquet, seguito da Mansell, Alboreto, De Angelis, Boutsen e Rosberg.

Al ventisettesimo giro Mansell si ritirò a causa del cambio, mentre Thierry Boutsen abbandonò per un problema a uno scarico. Ora si trovavano le due Tyrrell di Brundle e Bellof in quinta e sesta posizione. Al giro 33 Martin Brundle si fermò ai box per il cambio gomme, scendendo ottavo, mentre, al trentaquattresimo giro il suo compagno di team Stefan Bellof, arrivò largo all'uscita dell'ultima chicane, urtò il muretto rompendo una sospensione ed fu costretto al ritiro. Nello stesso giro Warwick, in rimonta, prese la quarta posizione a Rosberg. Un giro dopo il britannico passò anche De Angelis, entrando sul podio virtuale della gara, dietro a Michele Alboreto. La sua gara venne però irrimediabilmente rovinata da un guasto al cambio che lo costrinse all'abbandono al giro 41.

Al quarantacinquesimo giro Brundle salì fino al quarto posto, dopo aver passato Keke Rosberg e iniziò a rimontare su De Angelis, che soffriva anche lui di problemi al cambio. La gara di Rosberg terminò al giro 48, col motore in fiamme, dovute a una perdita d'olio. Al giro 50 anche Alboreto, secondo, abbandonò il gran premio, anche lui col motore fuori uso.

Al cinquantaseiesimo giro Brundle superò De Angelis, portandosi al secondo posto, con un distacco di 20 secondi da Piquet. Nell'ultimo giro Brundle iniziò a vedere la Brabham di Piquet, ma il carioca controllò senza problemi, andando a vincere davanti a Brundle (al primo podio), De Angelis, Teo Fabi (per la prima volta a punti), Prost e Jacques Laffite. La classifica sarà poi stravolta dopo i controlli tecnici sulla Tyrrell.[2]

I risultati del gran premio[8] furono i seguenti:

Pos Pilota Costruttore Giri Tempo/Ritiro Griglia Punti
1 1 Brasile (bandiera) Nelson Piquet Regno Unito (bandiera) Brabham-BMW 63 1h55'41"842 1 9
SQ 3 Regno Unito (bandiera) Martin Brundle Regno Unito (bandiera) Tyrrell-Ford Cosworth 63 Squalificato[1] 11
2 11 Italia (bandiera) Elio De Angelis Regno Unito (bandiera) Lotus-Renault 63 + 32"638 5 6
3 2 Italia (bandiera) Teo Fabi Regno Unito (bandiera) Brabham-BMW 63 + 1'26"528 23 4
4 7 Francia (bandiera) Alain Prost Regno Unito (bandiera) McLaren-TAG Porsche 63 + 1'55"258 2 3
5 5 Francia (bandiera) Jacques Laffite Regno Unito (bandiera) Williams-Honda 62 + 1 giro 19 2
Rit 27 Italia (bandiera) Michele Alboreto Italia (bandiera) Ferrari 49 Motore 4
Rit 6 Finlandia (bandiera) Keke Rosberg Regno Unito (bandiera) Williams-Honda 47 Turbo 21
Rit 16 Regno Unito (bandiera) Derek Warwick Francia (bandiera) Renault 40 Cambio 6
SQ 4 Germania (bandiera) Stefan Bellof Regno Unito (bandiera) Tyrrell-Ford Cosworth 33 Squalificato[1] 16
Rit 15 Francia (bandiera) Patrick Tambay Francia (bandiera) Renault 33 Trasmissione 9
Rit 9 Francia (bandiera) Philippe Alliot Regno Unito (bandiera) RAM-Hart 33 Freni 20
Rit 8 Austria (bandiera) Niki Lauda Regno Unito (bandiera) McLaren-TAG Porsche 33 Problemi elettrici 10
Rit 12 Regno Unito (bandiera) Nigel Mansell Regno Unito (bandiera) Lotus-Renault 27 Cambio 3
Rit 18 Belgio (bandiera) Thierry Boutsen Regno Unito (bandiera) Arrows-BMW 27 Motore 13
Rit 26 Italia (bandiera) Andrea De Cesaris Francia (bandiera) Ligier-Renault 24 Surriscaldamento 12
Rit 20 Venezuela (bandiera) Johnny Cecotto Regno Unito (bandiera) Toleman-Hart 23 Frizione 17
Rit 23 Stati Uniti (bandiera) Eddie Cheever Italia (bandiera) Alfa Romeo 21 Motore 8
Rit 19 Brasile (bandiera) Ayrton Senna Regno Unito (bandiera) Toleman-Hart 21 Incidente 7
Rit 22 Italia (bandiera) Riccardo Patrese Italia (bandiera) Alfa Romeo 20 Testacoda 25
Rit 25 Francia (bandiera) François Hesnault Francia (bandiera) Ligier-Renault 3 Collisione con P.Ghinzani 18
Rit 24 Italia (bandiera) Piercarlo Ghinzani Italia (bandiera) Osella-Alfa Romeo 3 Collisione con F.Hesnault 26
Rit 28 Francia (bandiera) René Arnoux Italia (bandiera) Ferrari 2 Incidente 15
Rit 10 Regno Unito (bandiera) Jonathan Palmer Regno Unito (bandiera) RAM-Hart 2 Gomma/Incidente 24
Rit 14 Germania (bandiera) Manfred Winkelhock Germania (bandiera) ATS-BMW 0 Motore 14
Rit 17 Svizzera (bandiera) Marc Surer Regno Unito (bandiera) Arrows-Ford Cosworth 0 Incidente alla prima partenza 22
NQ 21 Paesi Bassi (bandiera) Huub Rothengatter Regno Unito (bandiera) Spirit-Ford Cosworth

Decisioni della FISA

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Al termine della gara le vetture della Tyrrell vennero sottoposte a verifica. Già al termine del Gran Premio del Brasile, prima gara stagionale, la Tyrrell aveva subito un reclamo, inviato da Jackie Oliver, manager dell'Arrows, per il sospetto che la scuderia britannica avesse compiuto un rifornimento in gara, vietato dal regolamento. Il reclamo era stato respinto.[9]

Il peso delle Tyrrell risultò regolare, ma i tecnici della federazione vollero controllare anche il serbatoio d'acqua delle vetture, all'interno del quale venne scoperto un liquido sconosciuto, nel quale galleggiavano dei pallini di piombo.[2]

A seguito di ulteriori indagini, la Federazione scoprì che sulle vetture inglesi, durante la gara, veniva effettuato un rabbocco con questo liquido contenente pallini di piombo, che serviva per arricchire l'aria immessa sui tromboncini di aspirazione, al fine di ritardare la detonazione del motore, rendendo così possibile l'utilizzo di un maggior rapporto di compressione, ottenendo una maggiore potenza. In una riunione del 18 luglio 1984, la FISA decise di escludere la Tyrrell dalle rimanenti gare del campionato del mondo, e cancellò tutti i punti ottenuti fino al momento della squalifica. Venne deciso che i punti attribuiti ai piloti della scuderia britannica non sarebbero stati assegnati. Le vetture proseguirono a partecipare al campionato, fino al Gran Premio d'Olanda, ma la loro partecipazione fu sub judice.[10] La squalifica della Tyrrell venne confermata dal Tribunale d'Appello della FISA, dopo una riunione del 29 agosto. La scuderia venne esclusa dai successivi gran premi.[11]

Il 9 ottobre la FISA decise di rideterminare le classifiche di tutte le gare, fino a quel momento disputate, facendo scalare in graduatoria tutti i piloti classificatisi alle spalle dei piloti della Tyrrell. Ciò portò a una redistribuzione dei punti, in quanto Martin Brundle era giunto secondo; la sua squalifica portò sul secondo gradino del podio Elio De Angelis, mentre scalò terzo Teo Fabi, quarto Alain Prost, quinto Jacques Laffite. Il punto per il sesto arrivato non fu attribuito in quanto solo 5 piloti erano stati classificati. L'altro pilota della scuderia, Stefan Bellof, si era ritirato durante la gara.[1]

Il 18 luglio Nigel Mansell venne multato di 6.000 dollari per la manovra compiuta alla prima partenza. Il britannico subì anche l'esclusione da una gara, con la condizionale.[12]

  1. ^ a b c d Martin Brundle giunse secondo al traguardo. I risultati della Tyrrell saranno successivamente annullati in conseguenza delle verifiche tecniche effettuate sulla sua monoposto. Tutti i piloti giunti dopo di lui scalarono di una posizione in classifica. L'altro pilota della scuderia inglese, Stefan Bellof, si era ritirato durante la gara. Montecarlo cancellato dalla F.1, in La Stampa, 10 ottobre 1984, p. 23. URL consultato il 22 novembre 2017.
  2. ^ a b c d e f g (FR) 8. Etats-Unis Est 1984, su statsf1.com. URL consultato il 4 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2018).
  3. ^ Piquet ok: correrà, in La Stampa, 21 giugno 1984, p. 21. URL consultato il 12 luglio 2018.
  4. ^ Cristiano Chiavegato, Anche a Detroit Ferrari lente, in La Stampa, 23 giugno 1984, p. 23. URL consultato il 7 agosto 2018.
  5. ^ Fabi, Surer e Senna, che paura, in La Stampa, 23 giugno 1984, p. 23. URL consultato il 7 agosto 2018.
  6. ^ Cristiano Chiavegato, Piquet vola, Alboreto recupera, in La Stampa, 24 giugno 1984, p. 25. URL consultato il 7 agosto 2018.
  7. ^ Risultati delle qualifiche, su statsf1.com. URL consultato il 7 agosto 2018 (archiviato dall'url originale il 7 agosto 2018).
  8. ^ Risultati del gran premio, su statsf1.com. URL consultato il 4 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2018).
  9. ^ (FR) 1. Brésil 1984, su statsf1.com. URL consultato il 1° novembre 2017.
  10. ^ Cristiano Chiavegato, Clamoroso: la Tyrrell esclusa, Mansell e Ickx puniti, in La Stampa, 19 luglio 1984, p. 21. URL consultato il 22 novembre 2017.
  11. ^ Cristiano Chiavegato, Alboreto crede nella Ferrari "Vorrei vincere a Monza", in La Stampa, 31 agosto 1984, p. 19. URL consultato il 22 novembre 2017.
  12. ^ (FR) 10. Grande Bretagne 1984, su statsf1.com. URL consultato il 29 novembre 2018.
  • Innes Ireland (ottobre, 1984). "3rd Detroit Grand Prix: Look Out, Alain!". Road & Track, 150-154.
  • Mike S. Lang (1992). Grand Prix!: Race-by-race account of Formula 1 World Championship motor racing. Volume 4: 1981 to 1984. Haynes Publishing Group. ISBN 0-85429-733-2

Altri progetti

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Campionato mondiale di Formula 1 - Stagione 1984
 

Edizione precedente:
1983
Gran Premio degli Stati Uniti d'America-Est
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