Gran Premio del Belgio 1981

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Belgio (bandiera) Gran Premio del Belgio 1981
347º GP del Mondiale di Formula 1
Gara 5 di 15 del Campionato 1981
Data 17 maggio 1981
Nome ufficiale XXXIX Grote Prijs van Belgie
Luogo Zolder
Percorso 4.262 km
Distanza 54[1] giri, 230,148 km
Clima Soleggiato poi piovoso
Note Gara interrotta per pioggia al 54º giro
Risultati
Pole position Giro più veloce
Argentina (bandiera) Carlos Reutemann Argentina (bandiera) Carlos Reutemann
Williams-Ford Cosworth in 1'22"28 Williams-Ford Cosworth in 1'23"30
(nel giro 37)
Podio
1. Argentina (bandiera) Carlos Reutemann
Williams-Ford Cosworth
2. Francia (bandiera) Jacques Laffite
Ligier-Matra
3. Regno Unito (bandiera) Nigel Mansell
Lotus-Ford Cosworth

Il Gran Premio del Belgio 1981 è stata la quinta prova della stagione 1981 del Campionato mondiale di Formula 1. Si è corsa domenica 17 maggio 1981 sul Circuito di Zolder. La gara è stata vinta dall'argentino Carlos Reutemann su Williams-Ford Cosworth, alla sua dodicesima e ultima affermazione iridata. Alle sue spalle si piazzarono il francese Jacques Laffite su Ligier-Matra e il britannico Nigel Mansell su Lotus-Ford Cosworth, con quest’ultimo al primo podio in una gara di F1.

Il weekend di gara fu funestato dalla morte di un meccanico dell'Osella, Giovanni Amadeo, travolto nella corsia dei box dalla vettura di Carlos Reutemann, durante le prove ufficiali.[2] Ciò portò a una forte critica nei confronti della sicurezza del circuito; la gara ebbe anche una caotica partenza, ove un altro meccanico, questa volta dell'Arrows fu vittima di un serio incidente.[2] Il Gran Premio venne interrotto per consentire di soccorrere il meccanico, su pressione degli stessi piloti. La corsa, una volta ripresa, venne nuovamente e definitivamente interrotta per l'arrivo della pioggia, concludendosi dopo soli 54 giri (dei 70 previsti).

Sviluppi futuri

[modifica | modifica wikitesto]

Il 7 maggio la federazione depennò definitivamente dal calendario mondiale il Gran Premio degli Stati Uniti d'America-Est, che si sarebbe dovuto disputare il 4 ottobre a Watkins Glen. La cancellazione fu dovuta al mancato versamento degli organizzatori di quanto pattuito alle scuderie per l'edizione del 1980, circa 800.000 dollari. La Formula 1 non è mai più tornata su quel tracciato statunitense.[3]

Aspetti tecnici

[modifica | modifica wikitesto]

La Lotus, non potendo più schierare la monoposto 88 (giudicata irregolare), riportò in pista la 81B, già utilizzata in alcune occasioni nella stagione 1980. La Renault fece debuttare la RE30, affidata al solo René Arnoux, mentre l'ATS portò in pista la D5.

Viste le decisioni prese dai commissari a Imola e dalla Federazione in merito all'utilizzo dei correttori variabili d'assetto, ideati dalla Brabham, tutte le altre scuderie si adeguarono e progettarono meccanismi simili per le proprie monoposto.[4] Al sabato Jean-Marie Balestre, presidente della Federazione Internazionale Sport Automobilistico annunciò l'accordo per legalizzare definitivamente il correttore d'altezza delle monoposto, montato dalla Brabham BT49C. Ciò diede il via libera anche a tutti i sistemi simili, già sperimentati da altri costruttori.[5]

Aspetti sportivi

[modifica | modifica wikitesto]

La Lotus rientrò nel mondiale, dopo l'assenza nel Gran Premio di San Marino, dovuta alla mancata disponibilità di una vettura competitiva.

I 32 iscritti rendevano necessarie le prequalifiche, procedura che non si teneva dal Gran Premio di Monaco 1979. Dieci vetture avrebbero dovuto sostenere tale sessione, che avrebbe previsto l'eliminazione degli ultimi due tempi: le due Osella, le due ATS, le due Toleman, le due March, e le uniche Ensign e Theodore. L'assenza però di un'Osella, quella affidata all'infortunato Miguel Ángel Guerra ridusse il numero di iscritti a 31, solo un'unità in più di quanto ammesso alle qualifiche. Per tale ragione si decise di escludere la Theodore, unica scuderia né iscritta al Gran Premio da parte della FISA, né facente parte della FOCA, l'associazione dei costruttori. La scuderia di Hong Kong però aveva già marcato un punto iridato, per cui si decise di ammetterla alle prove, senza tenere prequalifiche.[6]

Successivamente l'Osella decise di sostituire l'infortunato Guerra con Giorgio Francia, che aveva già tentato, senza successo, di qualificarsi nel Gran Premio d'Italia 1977 con la Brabham; la FISA però negò la Superlicenza al pilota milanese; la scuderia piemontese lo sostituì con l'esordiente Piercarlo Ghinzani, pilota con una certa esperienza nel Campionato del Mondo Sport Prototipi.[4]

Ciò avrebbe riproposto 32 vetture pronte alle qualifiche, due oltre il tetto massimo previsto dal regolamento: all'ATS però Jan Lammers venne sostituito da Manfred Winkelhock, impegnato però, durante il weekend, in un'altra gara. Il numero 9 passò così a Slim Borgudd, l'altro conduttore dell'ATS. Con 31 vetture venne esclusa nuovamente la Theodore di Patrick Tambay, vista anche l'opposizione di Ferrari e Osella.[7]

Al venerdì, dopo un quarto d'ora dall'inizio delle prove, la Williams di Carlos Reutemann, mentre percorreva la corsia dei box, travolse il meccanico dell'Osella Giovanni Amadeo: nell'impatto egli venne lanciato in aria e ricadde malamente tra la gomma posteriore della monoposto e il gradino del muretto. Venne trasportato in gravi condizioni all'ospedale di Gand e successivamente a quello di Lovanio,[8] ove perì domenica sera, a causa delle gravi ferite riportate.[9]

Il più veloce della sessione fu l'altro pilota della Williams, Alan Jones: il suo tempo migliore venne però cancellato in quanto la distanza tra il fondo della monoposto e il suolo era inferiore al limite minimo di 6 cm previsto dal regolamento. Jones poté proseguire le prove con l'utilizzo del muletto, che era invece regolare.[10] Il miglior tempo fu quindi accreditato a Reutemann, in 1'22"28, che precedette Nelson Piquet di ben nove decimi;[7] il brasiliano fu anche protagonista di uno spettacolare incidente, uscendone però illeso.[10] Terzo fu Didier Pironi, che nel corso della sessione subì la rottura del cambio[10], mentre in quarta piazza si collocò Riccardo Patrese.

Nel corso delle prove la GPDA, il sindacato dei piloti, emise un comunicato in cui criticava la presenza in pista per le qualifiche di ben trenta vetture (fatto che causava anche un considerevole assembramento di uomini nella pit-lane, che a Zolder era di per sé piuttosto angusta), e chiese che solo 26 di esse potessero partecipare alla sessione del sabato.[11] Dal canto loro i meccanici minacciarono uno sciopero per il giorno del Gran Premio, per sensibilizzare l'ambiente della Formula 1 sulle scarse condizioni di sicurezza in cui si trovavano a operare.[12] I commissari di gara non recepirono tuttavia alcuna istanza.

Al sabato l'arrivo della pioggia non consentì ai piloti di migliorare i tempi del giorno precedente: Carlos Reutemann conquistò così la sua quinta pole position iridata, davanti a Piquet. A questa sessione non parteciparono le Toleman di Brian Henton e Derek Warwick, riducendo a 29 il numero di vetture impegnate nelle prove. Ciò consentì alla Theodore di schierare un'ulteriore monoposto, affidata a Patrick Tambay.[5][7]

I piloti poterono montare gomme slick solo nell'ultimo quarto d'ora; in questo frangente Tambay sfiorò la qualificazione, ma mentre era impegnato nel suo miglior giro si trovò davanti la Ferrari di Villeneuve, che procedeva ad andatura ridotta e l'obbligò a rallentare.[5] Non si qualificò nemmeno René Arnoux, che al volante della nuova Renault RE30 non riuscì a migliorare il venticinquesimo tempo stabilito al venerdì.[13]

Nella sessione di qualifica[14] si è avuta questa situazione:

Pos Pilota Costruttore Tempo Griglia
1 2 Argentina (bandiera) Carlos Reutemann Regno Unito (bandiera) Williams-Ford Cosworth 1'22"28 1
2 5 Brasile (bandiera) Nelson Piquet Regno Unito (bandiera) Brabham-Ford Cosworth 1'23"13 2
3 28 Francia (bandiera) Didier Pironi Italia (bandiera) Ferrari 1'23"47 3
4 29 Italia (bandiera) Riccardo Patrese Regno Unito (bandiera) Arrows-Ford Cosworth 1'23"67 4
5 7 Regno Unito (bandiera) John Watson Regno Unito (bandiera) McLaren-Ford Cosworth 1'23"73 5
6 1 Australia (bandiera) Alan Jones Regno Unito (bandiera) Williams-Ford Cosworth 1'23"82[15] 6
7 27 Canada (bandiera) Gilles Villeneuve Italia (bandiera) Ferrari 1'23"94 7
8 3 Stati Uniti (bandiera) Eddie Cheever Regno Unito (bandiera) Tyrrell-Ford Cosworth 1'24"38 8
9 26 Francia (bandiera) Jacques Laffite Francia (bandiera) Ligier-Matra 1'24"41 9
10 12 Regno Unito (bandiera) Nigel Mansell Regno Unito (bandiera) Lotus-Ford Cosworth 1'24"44 10
11 20 Finlandia (bandiera) Keke Rosberg Brasile (bandiera) Fittipaldi-Ford Cosworth 1'24"46 11
12 15 Francia (bandiera) Alain Prost Francia (bandiera) Renault 1'24"63 12
13 30 Italia (bandiera) Siegfried Stohr Regno Unito (bandiera) Arrows-Ford Cosworth 1'24"66 13
14 11 Italia (bandiera) Elio De Angelis Regno Unito (bandiera) Lotus-Ford Cosworth 1'24"96 14
15 14 Svizzera (bandiera) Marc Surer Regno Unito (bandiera) Ensign-Ford Cosworth 1'25"19 15
16 25 Francia (bandiera) Jean-Pierre Jabouille Francia (bandiera) Ligier-Matra 1'25"28 16
17 23 Italia (bandiera) Bruno Giacomelli Italia (bandiera) Alfa Romeo 1'25"31 17
18 22 Stati Uniti (bandiera) Mario Andretti Italia (bandiera) Alfa Romeo 1'25"56 18
19 4 Italia (bandiera) Michele Alboreto Regno Unito (bandiera) Tyrrell-Ford Cosworth 1'25"91 19
20 21 Brasile (bandiera) Chico Serra Brasile (bandiera) Fittipaldi-Ford Cosworth 1'25"93 20
21 6 Messico (bandiera) Héctor Rebaque Regno Unito (bandiera) Brabham-Ford Cosworth 1'26"52 21
22 32 Italia (bandiera) Beppe Gabbiani Italia (bandiera) Osella-Ford Cosworth 1'26"69 22
23 8 Italia (bandiera) Andrea De Cesaris Regno Unito (bandiera) McLaren-Ford Cosworth 1'26"95 23
24 31 Italia (bandiera) Piercarlo Ghinzani Italia (bandiera) Osella-Ford Cosworth 1'27"48 22
Vetture non qualificate
NQ 16 Francia (bandiera) René Arnoux Francia (bandiera) Renault 1'27"93 NQ
NQ 18 Cile (bandiera) Eliseo Salazar Regno Unito (bandiera) March-Ford Cosworth 1'28"38 NQ
NQ 9 Svezia (bandiera) Slim Borgudd Germania (bandiera) ATS-Ford Cosworth 1'29"98 NQ
NQ 33 Francia (bandiera) Patrick Tambay Theodore-Ford Cosworth 1'32"47[16] NQ
NQ 35 Regno Unito (bandiera) Derek Warwick Regno Unito (bandiera) Toleman-Hart 1'35"97[17] NQ
NQ 36 Regno Unito (bandiera) Brian Henton Regno Unito (bandiera) Toleman-Hart 1'36"37 NQ
NQ 17 Irlanda (bandiera) Derek Daly Regno Unito (bandiera) March-Ford Cosworth senza tempo NQ

A seguito della tragedia del venerdì, un comitato di meccanici decise di effettuare una protesta simbolica prima del via, al fine di sensibilizzare il pubblico sulla scarsa sicurezza del loro ambiente di lavoro: essi si sistemarono in piedi lungo la linea del traguardo, imitati anche da una nutrita schiera di piloti.

Dopo circa cinque minuti i piloti iniziarono ad abbandonare il presidio per rientrare sulle monoposto, viste anche le minacce di squalifica giunte dalla FISA e le pressioni esercitate dai team manager.[18]

La risalita sulle vetture avvenne però alla spicciolata, dopodiché ogni pilota iniziò per conto proprio a effettuare il giro di ricognizione (all'epoca non era previsto che il gruppo delle monoposto rimanesse compatto in questa circostanza): molti iniziarono la loro tornata ben prima degli altri e Nelson Piquet, giunto al termine della propria ricognizione, vide che la griglia non era ancora composta e decise di effettuare un secondo giro di allineamento. Tornato sul traguardo, il brasiliano dovette procedere a zig-zag tra le altre vetture e infine, per via dello spazio angusto, sbagliò la casella di partenza, rendendo necessario l'intervento dei meccanici per riposizionarlo nella posizione corretta. Lo stesso accadde anche ad altri piloti, che furono costretti a complesse manovre per raggiungere la propria piazzola: similmente a Piquet, anche la Arrows di Siegfried Stohr non riuscì ad allinearsi e dovette essere rimessa a posto a forza di braccia.

Il caos in griglia fece tardare il momento della partenza e diverse vetture, rimaste lungamente ferme col motore acceso, iniziarono a surriscaldarsi: il poleman Carlos Reutemann iniziò a sbracciarsi, costringendo Frank Williams ad intervenire sulla griglia di partenza per tranquillizzarlo.

A quaranta secondi dal "via" un problema analogo colpì l'altra Arrows di Riccardo Patrese, già allineato in seconda fila, che spense il motore e iniziò a sua volta ad agitare le braccia. Il capo dei meccanici della squadra inglese, Dave Luckett, che aveva appena aiutato il compagno Stohr a prendere posizione, se ne avvide e corse verso di lui per rimettere in moto il propulsore. Alan Jones, fermo alle sue spalle, tentò a sua volta di segnalare il problema alzando un braccio.

Non si avvide della situazione lo starter Derek Ongaro, che accese il semaforo: dopo dieci secondi di luce rossa scattò il verde, proprio mentre Luckett rientrava in griglia con in mano il motorino d'avviamento e si accovacciava dietro il retrotreno della macchina di Patrese. Molte vetture riuscirono a scartare di lato evitando la Arrows, ma non ci riuscì Stohr, che tentando di superare un gruppetto di macchine rallentate dalla Ferrari di Gilles Villeneuve (partita male) si trovò la vettura del compagno davanti all'ultimo momento, la tamponò e travolse il meccanico.

I soccorsi furono immediati, con ingresso in pista dell'ambulanza; la gara però non venne immediatamente fermata, poiché i commissari (forse anche per un problema di comunicazione con la direzione di gara) si limitarono ad esporre la bandiera gialla. Solo dopo due giri Didier Pironi, secondo in classifica dietro a Piquet (che aveva tentato la fuga solitaria), si avvide della gravità della situazione e rallentò vistosamente, inducendo il gruppo degli inseguitori a fare altrettanto, finché non venne data bandiera rossa.

Il meccanico venne elitrasportato all'ospedale di Lovanio, ove gli vennero riscontrate una doppia frattura composta alle gambe e una commozione cerebrale, senza però pericolo di vita.[19]

La gara riprese senza le due Arrows, il cui team scelse di ritirarsi, con i piloti (in particolare Stohr) in stato di shock. Nella seconda partenza Didier Pironi scattò al comando seguito da Carlos Reutemann, Nelson Piquet, John Watson, Alan Jones, Gilles Villeneuve, Jacques Laffite e Keke Rosberg. Già nel corso del secondo passaggio Jones passò Watson mentre Laffite fece lo stesso con Villeneuve. Pironi, che con la sua vettura turbocompressa era veloce sul rettilineo ma lento nella parte mista, finì per fare da "tappo" creando alle sue spalle un trenino di vetture.

Al decimo giro Reutemann tentò un attacco, ma sbagliò traiettoria e venne sopravanzato prima da Nelson Piquet e poi anche da Alan Jones. La leadership di Pironi venne ulteriormente complicata da un problema ai freni, che lo costrinse a un'uscita di pista; al contempo Watson, disorientato dalla manovra del ferrarista, venne passato da Laffite.

All'undicesimo giro Alan Jones tentò un sorpasso su Piquet alla Bolderberg; nella manovra i due vennero a contatto e la Brabham del brasiliano finì fuori pista. Il brasiliano, rientrato ai box a piedi, si lamentò fortemente per l'accaduto presso la Williams.

Al tredicesimo giro Pironi, con la vettura ormai in crisi meccanica, venne passato da Jones, Reutemann e Laffite, riuscendo però a tener dietro Watson, Villeneuve (la cui vettura aveva problemi di assetto a causa di un urto con un cordolo, che aveva danneggiato le molle idropneumatiche) e Nigel Mansell su Lotus. Quest'ultimo poco dopo passò prima Villeneuve poi Watson, inserendosi così in quinta posizione.

Dopo venti giri dal via Jones ruppe il cambio e terminò la sua gara con un'uscita di pista; nello stesso giro Didier Pironi andò in testacoda, facendo salire Mansell in terza posizione e dando modo all'altra Lotus di Elio De Angelis di entrare in zona punti. La classifica restò abbastanza costante per diversi giri.

Al 47º giro Watson, mentre tentava di evitare un contatto col doppiato Marc Surer, danneggiò il cambio e frenò bruscamente, spiattellando le gomme e perdendo molte posizioni.

A questo punto iniziò a piovere con insistenza; non appena furono passati i tre quarti di gara, poiché il regolamento vietava di cambiare gli pneumatici dopo tale termine, il direttore di gara decise di chiudere anzitempo il Gran Premio, esponendo la bandiera a scacchi al 54º passaggio. Vinse quindi Reutemann (in quella che fu la sua ultima affermazione iridata), davanti a Jacques Laffite (che stava recuperando terreno) e Nigel Mansell, che ottenne il suo primo podio e i suoi primi punti iridati.[20]

I risultati del Gran Premio[21] furono i seguenti:

Pos No Pilota Costruttore Giri Tempo/Ritiro Pos. Griglia Punti
1 2 Argentina (bandiera) Carlos Reutemann Regno Unito (bandiera) Williams-Ford Cosworth 54 1h16'31"61 1 9
2 26 Francia (bandiera) Jacques Laffite Francia (bandiera) Ligier-Matra 54 + 36"06 9 6
3 12 Regno Unito (bandiera) Nigel Mansell Regno Unito (bandiera) Lotus-Ford Cosworth 54 + 43"69 10 4
4 27 Canada (bandiera) Gilles Villeneuve Italia (bandiera) Ferrari 54 + 47"64 7 3
5 11 Italia (bandiera) Elio De Angelis Regno Unito (bandiera) Lotus-Ford Cosworth 54 + 49"20 14 2
6 3 Stati Uniti (bandiera) Eddie Cheever Regno Unito (bandiera) Tyrrell-Ford Cosworth 54 + 52"51 8 1
7 7 Regno Unito (bandiera) John Watson Regno Unito (bandiera) McLaren-Ford Cosworth 54 + 1'01"66 5
8 28 Francia (bandiera) Didier Pironi Italia (bandiera) Ferrari 54 + 1'32"04 3
9 23 Italia (bandiera) Bruno Giacomelli Italia (bandiera) Alfa Romeo 54 + 1'35"58 17
10 22 Stati Uniti (bandiera) Mario Andretti Italia (bandiera) Alfa Romeo 53 + 1 giro 18
11 14 Svizzera (bandiera) Marc Surer Regno Unito (bandiera) Ensign-Ford Cosworth 52 + 2 giri 15
12 4 Italia (bandiera) Michele Alboreto Regno Unito (bandiera) Tyrrell-Ford Cosworth 52 + 2 giri 19
13 31 Italia (bandiera) Piercarlo Ghinzani Regno Unito (bandiera) Osella-Ford Cosworth 50 + 4 giri 24
Rit 6 Messico (bandiera) Héctor Rebaque Regno Unito (bandiera) Brabham-Ford Cosworth 39 Incidente 21
Rit 25 Francia (bandiera) Jean-Pierre Jabouille Francia (bandiera) Ligier-Matra 35 Trasmissione 16
Rit 21 Brasile (bandiera) Chico Serra Brasile (bandiera) Fittipaldi-Ford Cosworth 29 Motore 20
Rit 32 Italia (bandiera) Beppe Gabbiani Italia (bandiera) Osella-Ford Cosworth 22 Motore 22
Rit 1 Australia (bandiera) Alan Jones Regno Unito (bandiera) Williams-Ford Cosworth 19 Incidente 6
Rit 8 Italia (bandiera) Andrea De Cesaris Regno Unito (bandiera) McLaren-Ford Cosworth 11 Cambio 23
Rit 5 Brasile (bandiera) Nelson Piquet Regno Unito (bandiera) Brabham-Ford Cosworth 10 Incidente 2
Rit 20 Finlandia (bandiera) Keke Rosberg Brasile (bandiera) Fittipaldi-Ford Cosworth 10 Cambio 11
Rit 15 Francia (bandiera) Alain Prost Francia (bandiera) Renault 2 Frizione 12
Rit 29 Italia (bandiera) Riccardo Patrese Regno Unito (bandiera) Arrows-Ford Cosworth 0 Collisione alla partenza[22] 4
Rit 30 Italia (bandiera) Siegfried Stohr Regno Unito (bandiera) Arrows-Ford Cosworth 0 Collisione alla partenza[22] 13
NQ 16 Francia (bandiera) René Arnoux Francia (bandiera) Renault
NQ 17 Cile (bandiera) Eliseo Salazar Regno Unito (bandiera) March-Ford Cosworth
NQ 9 Svezia (bandiera) Slim Borgudd Germania (bandiera) ATS-Ford Cosworth
NQ 33 Francia (bandiera) Patrick Tambay Theodore-Ford Cosworth
NQ 36 Regno Unito (bandiera) Derek Warwick Regno Unito (bandiera) Toleman-Hart
NQ 35 Regno Unito (bandiera) Brian Henton Regno Unito (bandiera) Toleman-Hart
NQ 18 Irlanda (bandiera) Derek Daly Regno Unito (bandiera) March-Ford Cosworth
NA 10 Paesi Bassi (bandiera) Jan Lammers Germania (bandiera) ATS-Ford Cosworth

Polemiche dopo la gara

[modifica | modifica wikitesto]

Il vincitore Carlos Reutemann fu molto critico sulla gestione della sicurezza, e dedicò la vittoria al meccanico dell'Osella, da lui travolto al venerdì, nelle prove. L'argentino affermò anche la sua intenzione di smettere con lo competizioni in assenza di provvedimenti.[23] Siegfried Stohr, pilota dell'Arrows, e protagonista dell'incidente al via, accusò per l'accaduto lo starter.[24]

Gli organizzatori pubblicarono un comunicato in cui affermarono che la procedura di partenza era avvenuta applicando il regolamento del campionato. Aggiunsero che l'articolo 13/3 del codice sportivo stabiliva che:

«Se dopo essere tornati sullo schieramento di partenza, un motore si spegne e il pilota non può prendere il via, deve segnalare con le braccia e dopo che tutte le macchine sono partite, la sua vettura deve essere spinta ai box, da dove può poi partire. Dopo la luce verde, l'accesso nello schieramento ed in pista è proibito a chiunque, salvo al personale in servizio di sicurezza. In seguito all'incidente avvenuto alla partenza ed al pericolo derivante dalla presenza in pista di una persona ferita e di una macchina bloccata, la gara è stata fermata.[25]»

Gilles Villeneuve confermò che il vice direttore di corsa, Jo Coopmann, aveva assicurato ai piloti che la procedura di partenza sarebbe stata ripresa dall'inizio, al termine della protesta sulla linea di partenza.[26] Enzo Ferrari attaccò la gestione del Gran Premio affermando che si sarebbe unito alla protesta di piloti e meccanici se fosse stato presente sul tracciato; accusò inoltre Bernie Ecclestone, capo della FOCA, e Colin Chapman di aver forzato lo starter a dare il via, pur in una situazione di grave caos in pista.[27]

  1. ^ Corsa prevista su 70 giri. Interrotta dopo l'incidente al primo giro venne ripresa sulla distanza originaria. Venne poi definitivamente interrotta per l'arrivo della pioggia.
  2. ^ a b Alessandro Prada, F1 / Zolder, 17 maggio 1981: un weekend di sangue, su formulapassion.it, 17 maggio 2022.
  3. ^ (ES) El GP de Watkins Glen excluido del Mundial de Fórmula 1, in El Mundo Deportivo, 8 maggio 1981, p. 38. URL consultato il 13 giugno 2013.
  4. ^ a b Cristiano Chiavegato, F.1, festival delle molle nel Gran Premio del Belgio, in La Stampa, 15 maggio 1981, p. 29.
  5. ^ a b c (ES) Belgica F-1, Reutemann y Piquet inamovibiles, in El Mundo Deportivo, 16 maggio 1981, p. 23. URL consultato il 13 giugno 2013.
  6. ^ (ES) No hubo precalificaciones, in El Mundo Deportivo, 15 maggio 1981, p. 29. URL consultato il 13 giugno 2013.
  7. ^ a b c Cristiano Chiavegato, F.1, si rivede la Williams ma la Ferrari ora migliora, in La Stampa, 16 maggio 1981, p. 21.
  8. ^ Grave meccanico travolto nei box, in La Stampa, 16 maggio 1981, p. 21.
  9. ^ Prima di morire ha donato i reni, in La Stampa, 19 maggio 1981, p. 23.
  10. ^ a b c (ES) Belgica F-1: Reutemann ("Williams"), mejor tiempo, in El Mundo Deportivo, 16 maggio 1981, p. 33. URL consultato il 13 giugno 2013.
  11. ^ (ES) Los pilotos protestan, in El Mundo Deportivo, 16 maggio 1981, p. 33. URL consultato il 13 giugno 2013.
  12. ^ Meccanici in sciopero?, in La Stampa, 17 maggio 1981, p. 27.
  13. ^ Cristiano Chiavegato, Tutti alla caccia di Reutemann, in La Stampa, 17 maggio 1981, p. 27.
  14. ^ Risultati delle qualifiche, su statsf1.com.
  15. ^ Alan Jones ottenne in prova un tempo migliore di quello di Carlos Reutemann, che però venne cancellato in quanto la sua Williams non venne trovata conforme al regolamento.
  16. ^ Patrick Tambay non poté partecipare alla prima giornata di prove ufficiali per l'eccessivo numero di vetture iscritte. A seguito del ritiro della Toleman di Derek Warwick prese parte alla sessione del sabato.
  17. ^ Derek Warwick partecipò solo alla sessione di prove ufficiali del venerdì.
  18. ^ Ercole Colombo, Minacciati di squalifiche e licenziamento i piloti solidali con gli uomini del team, in Stampa Sera, 18 maggio 1981, p. 17.
  19. ^ Cristiano Chiavegato, Meccanico travolto mentre lavora sulla macchina di Patrese: è grave, in Stampa Sera, 18 maggio 1981, p. 17.
  20. ^ Cristiano Chiavegato, Reutemann in fuga, Jones e Piquet fuori pista, in Stampa Sera, 18 maggio 1981, p. 17.
  21. ^ Risultati del Gran Premio, su formula1.com.
  22. ^ a b Le due Arrows di Riccardo Patrese e Siegfried Stohr non presero il via dopo l'incidente alla prima partenza.
  23. ^ Ercole Colombo, "Se questa è la Formula 1 io smetterò", in Stampa Sera, 18 maggio 1981.
  24. ^ Ercole Colombo, Stohr: "Chi ha dato il via ha commesso un tentato omicidio", in Stampa Sera, 18 maggio 1981, p. 17.
  25. ^ "È stato tutto regolare", in La Stampa, 19 maggio 1981, p. 23.
  26. ^ Cristiano Chiavegato, Formula 1 sotto accusa dopo il dramma di Zolder, in La Stampa, 19 maggio 1981, p. 23.
  27. ^ Cristiano Chiavegato, Ferrari attacca Balestre e Ecclestone, in La Stampa, 21 maggio 1981, p. 23.
Campionato mondiale di Formula 1 - Stagione 1981
 

Edizione precedente:
1980
Gran Premio del Belgio Edizione successiva:
1982
  Portale Formula 1: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Formula 1