Lamberto di Baviera
Lamberto di Baviera, noto anche come Lanfrido (prima del 636 – dopo il 680), fu reggente del Ducato dei Bavari per un breve periodo nel 680.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Lamberto era figlio dell'agilolfingio Teodone I e Gaila, figlia di Gisulfo II del Friuli.
Lamberto è uno dei protagonisti della tradizione agiografica su sant'Emmerano. Secondo la leggenda, sua sorella Uta era incinta del proprio amante, il figlio di un servitore di Teodone, e temendo la rabbia del padre, confessò tutto a sant'Emmerano. Sant'Emmerano, che stava partendo alla volta di Roma, consigliò a Uta di dire che il padre del figlio che portava in grembo era Emmerano stesso. Lamberto, sentendosi oltraggiato, con alcuni militi andò incontro a Emmerano per costringerlo a sposare la sorella, salutandolo con la famosa frase:
«Aie, episcope et gener noster!»
«Salve, vescovo e genero nostro!»
Tuttavia, Emmerano respinse le minacce e per questo venne ucciso e il suo cadavere fatto a pezzi. Quando Teodone scoprì l'accaduto e la figlia gli raccontò la verità, il duca fece trasportare i resti del santo a Ratisbona.
Alla morte del padre, Lamberto ne divenne il successore. Nel 680 sua sorella abbandonò la Baviera per contrarre matrimonio con un aristocratico straniero. Nello stesso anno Lamberto fu deposto e sostituito da Teodone II per volontà del re dei Franchi Teodorico III. Fu esiliato presso gli Avari, con i quali rimase fino alla morte.[1]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Béla Miklós Szőke: Die Donau und die letzten Tage des awarischen Khaganats. In: Archaeolingua. Ten Thousand Years along the Middle Danube. Budapest 2011, S. 267.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Wilhelm Störmer: Die Baiuwaren. Von der Völkerwanderung bis Tassilo III. II edizione, Beck, Monaco di Baviera 2007, ISBN 978-3-406-47981-6 .
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