Omar Sharif

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Omar Sharif nel 2015

Omar El-Sherif (in arabo عمر الشريف?  [ˈʕomɑɾ eʃʃɪˈɾiːf]), noto semplicemente come Omar Sharif o Omar Cherif, nato Michel Dimitri Chalhoub (ميشيل ديميترى شالهوب‎  egiziano: [miˈʃel dɪˈmitɾi ʃælˈhuːb]) (Alessandria d'Egitto, 10 aprile 1932Il Cairo, 10 luglio 2015) è stato un attore e giocatore di bridge egiziano.

Infanzia e giovinezza

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Sharif nacque ad Alessandria d'Egitto il 10 aprile 1932, figlio di Joseph Chalhoub e di Claire Saada, ambedue immigrati libanesi di religione cattolica greco-melchita[1]. Si diplomò presso il Victoria College di Alessandria, quindi conseguì la laurea in matematica e fisica all'Università del Cairo. In seguito, lavorò con suo padre nel commercio del legname.

Omar Sharif al Festival del Cinema di Venezia 1993

Nel 1953 cominciò la sua carriera di attore, con un ruolo nel film egiziano Ṣirāʿa fī l-wādī (titolo inglese: The Blazing Sun, lett: Lotta nella valle), il cui giovane regista era Yusuf Shahin. Il suo primo film in inglese fu Lawrence d'Arabia (1962), con protagonista Peter O'Toole; la sua interpretazione dello Sharif ʿAlī gli valse una candidatura agli Oscar come miglior attore non protagonista. Dopo alcuni ruoli in altre grandi produzioni come La caduta dell'Impero romano (1964) di Anthony Mann e Gengis Khan il conquistatore (1965) di Henry Levin ottenne una grande popolarità impersonando nel 1965 il dottor Jurij Živago nell'omonimo film di David Lean, con un'interpretazione che gli fruttò il Golden Globe 1966 nella categoria miglior attore in un film drammatico. Subito dopo questo film prese parte a vari film di rilievo; tra questi si segnalano C'era una volta (1967) di Francesco Rosi, La notte dei generali (1967) di Anatole Litvak, ove ritrovò Peter O'Toole, Funny Girl (1968) di William Wyler, Mayerling (1968) di Terence Young, L'oro di Mackenna (1969) di J. Lee Thompson, La virtù sdraiata (1969) di Sidney Lumet, Che! (1969) di Richard Fleischer, L'ultima valle (1971) di James Clavell, Il seme del tamarindo (1974) di Blake Edwards, Juggernaut (1974) di Richard Lester e Funny Lady (1975) di Herbert Ross.

Tra i suoi tanti film, girati tra Stati Uniti ed Europa, nel 2003 interpretò il protagonista di Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano di François Dupeyron, vincendo il premio del pubblico per il miglior attore alla 60ª Mostra del Cinema di Venezia - accompagnata quell'anno anche dal Leone d'oro alla carriera - e, nell'edizione 2004, il Premio César per il migliore attore. Nel 2005 partecipò alla fiction San Pietro di Giulio Base, in cui interpretò il ruolo principale. La sua ultima apparizione al cinema fu in Un castello in Italia (2013) di Valeria Bruni Tedeschi.

Sharif parlava correntemente arabo, francese, inglese e italiano, lingue nelle quali ha anche recitato e girato film, oltre a greco, spagnolo, portoghese e turco.

Nel maggio del 2015 è stato annunciato che Sharif era affetto dal morbo di Alzheimer: il figlio Tarek El-Sharif dichiarò che l'attore stava cominciando a confondersi nel ricordare alcuni dei più grandi film della sua carriera[2]. Sharif è morto il 10 luglio 2015 dopo un attacco di cuore in un ospedale del Cairo, in Egitto, all'età di 83 anni[3][4], ed è stato sepolto nel cimitero El Sayeda Nafisa, al Cairo.

Nel 1955, per poter sposare la star egiziana Faten Hamama, si convertì dal Cristianesimo all'Islam, assumendo quindi il nome di Omar El-Sharif.[5] La coppia ebbe un figlio, Tarek, che apparve come Yuri all'età di otto anni nel film Il dottor Živago. I due si separarono nel 1966 e il matrimonio finì con un divorzio nel 1974. Ebbe due nipoti, Omar (anch'egli attore) e Karim. Nel 1992 subì un'operazione per un triplo bypass e due anni dopo ebbe un leggero infarto.

Il 5 agosto 2003 fu condannato a un mese con la condizionale per aver colpito un poliziotto in un casinò dei sobborghi di Parigi nel giugno precedente. Fu anche multato e gli fu imposto di pagare una somma come risarcimento dei danni provocati al poliziotto. L'11 giugno 2005 fu coinvolto in un episodio simile a Beverly Hills: in quel caso fu condannato a una multa di 17 000 dollari per aver rotto il naso a un parcheggiatore.[6] In diverse occasioni causò controversie per aver sostenuto la tolleranza dei musulmani verso gli ebrei e i cristiani.[7]

Carriera come giocatore

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Sharif era uno dei più affermati giocatori di bridge del mondo. Ha tenuto per vario tempo una rubrica sull'argomento per lo statunitense Chicago Tribune ed è stato autore e coautore di parecchi libri su tale gioco, legando il suo nome persino a un programma per computer dedicato al bridge.

Filmografia parziale

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Omar Sharif dopo aver ricevuto il Leone d'oro alla carriera alla 60ª edizione del Festival del Cinema di Venezia
Omar Sharif al Festival di Venezia 2009

Riconoscimenti

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  • Candidature al Golden Globe:
  • Vinti:
    • Miglior attore debuttante, per Lawrence d'Arabia (1963)
    • Miglior attore non protagonista, per Lawrence d'Arabia (1963)
    • Miglior attore in un film drammatico, per Il dottor Zivago (1966)

Nel novembre 2005 gli è stata conferita una medaglia all'onore dall'UNESCO, come riconoscimento dei suoi contributi significativi al mondo del cinema e alla diversità culturale.[8]

Doppiatori italiani

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Nelle versioni in italiano dei suoi film, Omar Sharif è stato doppiato da:

  • Giuseppe Rinaldi in Le meravigliose avventure di Marco Polo (Lo scacchiere di Dio), Il dottor Živago, C'era una volta, Funny Girl, Mayerling, L'oro di Mackenna, La virtù sdraiata, Gli scassinatori, Viaggio d'amore
  • Pino Locchi in Lawrence d'Arabia, ...e venne il giorno della vendetta, Gengis Khan il conquistatore, La notte dei generali, Il seme del tamarindo, Funny Lady, Baltimore Bullet, Ghiaccio verde, Pietro il Grande
  • Glauco Onorato in Una Rolls-Royce gialla, Linea di sangue
  • Pino Colizzi in L'ultima valle, Top Secret!
  • Rino Bolognesi in Juggernaut, In volo per un sogno
  • Franco Zucca in Caterina di Russia, Oceano di fuoco - Hidalgo
  • Omero Antonutti in Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano, 10.000 AC
  • Sergio Graziani in Diritto d'amare, Il principe del deserto
  • Vittorio Di Prima in Mayrig, Quella strada chiamata paradiso
  • Cesare Barbetti in Il papavero è anche un fiore, La Pantera Rosa sfida l'Ispettore Clouseau
  • Paolo Ferrari in Cavalieri selvaggi
  • Luciano De Ambrosis in Ashanti
  • Gino La Monica in I viaggi di Gulliver
  • Ugo Pagliai in Il 13º guerriero
  • Stefano De Sando in San Pietro
  • Carlo Valli in Una notte con il re

Onorificenze egiziane

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Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito (Egitto) - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze straniere

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Cavaliere dell'Ordine della Legion d'Onore (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell'Ordine di Ouissam Alaouite (Marocco) - nastrino per uniforme ordinaria
  1. ^ Sharif parla delle sue origini siriane in un'intervista nel 1990, 7 luglio 2017. URL consultato il 13 agosto 2017.
  2. ^ Doctor Zhivago's Omar Sharif 'has Alzheimer's disease' | Daily Mail Online
  3. ^ Omar Sharif: Lawrence of Arabia star dies aged 83 - BBC News
  4. ^ Press Association on Twitter: "#Breaking Doctor Zhivago star Omar Sharif has died aged 83, his agent said."
  5. ^ Necrologio di Al Jazeera
  6. ^ Omar Sharif guilty of punch attack, su breitbart.com, 13 febbraio 2007. URL consultato il 10 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2008).
  7. ^ Da Free Muslims Coalition Archiviato il 2 ottobre 2006 in Internet Archive. e dal Guardian.
  8. ^ Questa onorificenza, molto importante e consegnata molto raramente dal Mosfil'm russo, prende il nome dal regista russo Sergej Michajlovič Ėjzenštejn e viene data in appena 25 esemplari.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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Predecessore Premio César per il migliore attore Successore
Adrien Brody
per Il pianista
2004
per Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano
Mathieu Amalric
per I re e la regina
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