Stele di Pasenhor
La stele di Pasenhor[1], nota anche come stele di Harpeson nella letteratura meno recente[2], è una stele calcarea dell'antico Egitto risalente all'anno 37 del faraone Sheshonq V della XXII dinastia (circa 730 a.C.). Fu rinvenuta nel 1851 nel Serapeo di Saqqara da Auguste Mariette[1] e poi trasferita al Museo del Louvre, dove è tuttora conservata.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]
| ||||
Ḥrw-p3-sn Pasenhor in geroglifici |
---|
La stele commemorava la morte di un toro Apis avvenuta nell'anno 37 di Sheshonq V e il suo autore, il sacerdote di Ptah e profeta di Neith Pasenhor, era l'officiante dei riti funebri. Oltre alla natura commemorativa della stele, Pasenhor colse l'occasione per trascrivere su di essa la propria genealogia[2]
La prima parte della stele riguarda il suo scopo principale[3]:
Questo dio (Apis) fu introdotto al cospetto di suo padre Ptah (cioè: fu "insediato"), nell'anno 12, Pharmouti (quarto mese della seconda stagione), quarto giorno, del re Aakheperre Sheshonq (V), given life. Nacque nell'anno 11 di sua maestà; resto nel suo posto in Tazoser (cioè: fu sepolto nel cimitero) nell'anno 37, Hathor (terzo mese della prima stagione), giorno 27, si sua maestà. Possa egli assicurare vita, prosperità, salute e gioia del cuore al suo amato figlio, il profeta di Neith, Pasenhor.
In seguito, Pasenhor inizia a riportare la sua genealogia per sedici generazioni, all'incirca fino alla fine della XX dinastia[4]:
Buyuwawa "il Libico" | | GC Mawasun | | GC Nebneshi | | GC Paihut(y) | | GC Sheshonq A = Mehtenweskhet A | +------+ | GF GC Nimlot A = Tentsepeh A | +--------+ | F Sheshonq I = Karomama A | +------+ | F Osorkon I = Tashedkhonsu | +------+ | F Takelot I = Kapes | +------+ | F Osorkon II = Djedmutesankh | +-------+ | CH Nimlot C = Tentsepeh C | +------+ | CH Ptahudjankhef = principessa Tentsepeh D | +---------+ | CH Hemptah A = Tjankemit | +------+ | CH Pasenhor A = Petpetdidies | +------+ | CH Hemptah B = Iretirou | | Pasenhor B
(Abbreviazioni: GC = grande capo; GF = padre del dio (in quanto padre del faraone); F = faraone; CH = capo di Eracleopoli)
La genealogia di Pasenhor è alquanto importante, poiché era membro della famiglia reale e poteva vantare gli stessi antenati di molti faraoni della XXII dinastia. Grazie alla stele, sono note molte informazioni sull'origine e la cronologia della dinastia, come anche il nome di alcune consorti reali altrimenti non attestate come Karomama A, Tashedkhonsu e Kapes.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Mariette, Le sérapéum de Memphis, Paris, 1857, tav. 31.
- ^ a b James Henry Breasted, Ancient Records of Egypt, volume IV: the Twentieh to the Twenty-sixth Dynasties, The University of Chicago Press, Chicago, 1906, pp. 785-786.
- ^ James Henry Breasted, Ancient Records of Egypt, volume IV: the Twentieh to the Twenty-sixth Dynasties, The University of Chicago Press, Chicago, 1906, p. 791.
- ^ Kenneth Kitchen, The Third Intermediate Period in Egypt (1100–650 BC), Aris & Phillips Limited, Warminster, 1996, ISBN 0-85668-298-5, tabella 19.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- James Henry Breasted, Ancient Records of Egypt, volume IV: the Twentieh to the Twenty-sixth Dynasties, The University of Chicago Press, Chicago, 1906, pp. 785-792.
- Kenneth Kitchen, The Third Intermediate Period in Egypt (1100–650 BC), Aris & Phillips Limited, Warminster, 1996, ISBN 0-85668-298-5, p. 85 sgg.