The Extra Girl
The Extra Girl | |
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Titolo originale | The Extra Girl |
Lingua originale | didascalie inglesi |
Paese di produzione | Stati Uniti d'America |
Anno | 1923 |
Durata | 68 min |
Dati tecnici | B/N rapporto: 1,33:1 film muto |
Genere | commedia, sentimentale |
Regia | F. Richard Jones |
Soggetto | Mack Sennett |
Sceneggiatura | Bernard McConville |
Produttore | Mack Sennett |
Casa di produzione | Mack Sennett Comedies |
Fotografia | Homer Scott, Eric Crockett |
Interpreti e personaggi | |
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The Extra Girl ,a volte noto coi titoli italiani La stellissima del cinema[1] e La stellissima di Hollywood[2], è un film del 1923, diretto da F. Richard Jones.
Trama
[modifica | modifica wikitesto]In un villaggio del Midwest Sue Graham sogna di fare l'attrice, mentre più prosaicamente suo padre vorrebbe darla in sposa ad un facoltoso commerciante del paese. Sotto pressione, Sue si rende conto invece di amare il suo vecchio amico d'infanzia Dave Giddings, a sua volta corteggiato dalla giovane vedova Belle Brown.
Sue prepara una lettera, corredata di fotografia, per partecipare ad un concorso indetto da uno dei famosi studios hollywoodiani che ricercano aspiranti attrici: non sarà lei a spedirla, ma Belle Brown, che, per togliersi di torno la rivale - sperando che vinca il concorso e si trasferisca - sostituisce la fotografia della dimessa Sue con una di una bellissima giovane.
Il giorno del non voluto matrimonio con il commerciante si avvicina, ed in extremis Sue riceve un telegramma che le annuncia la vittoria nel concorso. Inseguita dal padre e dal pretendente la ragazza riesce ad infilarsi nel treno in partenza per la West Coast.
Quando Sue giunge ad Hollywood, l'affare della falsa foto balza agli occhi: il direttore degli studios non la impiega come attrice, ma le offre un posto come lavorante nel reparto costumi. Qualche tempo dopo David la raggiunge, e viene assunto come macchinista presso i teatri di posa dell'azienda.
Nel corso della sua permanenza nella casa di produzione cinematografica a Sue capita comunque di sostenere un provino come attrice drammatica: gli esiti sono negativi, ma il regista afferma con convinzione che la giovane è dotata di un talento comico innato.
Frattanto i genitori di Sue hanno deciso lasciare il paese di residenza, caratterizzato da condizioni climatiche avverse alla loro salute, vendono casa e si trasferiscono nella solatia California. Raggiunta la figlia, con in mano l'ingente gruzzolo in contanti ricavato dalla vendita, essi si affidano a T. Phillip Hackett, un sedicente consulente finanziario e, inesperti come sono, gli consegnano l'intera somma perché venga investita in azioni. Hackett, di lì a poco riferisce loro che la società in cui hanno investito il capitale è fallita, e non c'è alcuna possibilità di recuperare il danaro.
I Graham sono sul lastrico, considerando anche il fatto che Sue - per aver inavvertitamente liberato un leone, previsto per un film, all'interno degli studios - viene licenziata. I genitori Graham si avviano mestamente alla stazione ferroviaria per ritornare al paese con quel poco che rimane loro. Ma Sue e David hanno subodorato, azzeccandoci, che Hackett in realtà è un truffatore: lo affrontano, e riescono a recuperare l'intera somma.
Quattro anni dopo Sue ha abbandonato l'idea di una sua vocazione cinematografica, e, in compagnia del marito David e del loro figlioletto, guarda per la prima volta il filmato del suo provino di un tempo: capisce allora come mai era stata definita un talento comico.
Produzione
[modifica | modifica wikitesto]Le riprese sono state effettuate dal 23 aprile al 23 luglio del 1922 presso i Mack Sennett Studios in Glendale Boulevard di Los Angeles (oggi zona fittamente conurbata, ma ai tempi ampiamente semi-rurale); la post-produzione ha avuto luogo fra il gennaio ed il giugno del 1923.
Mack Sennett, il produttore, fa un cameo nella scena del provino di Sue, nei panni dello spettatore col cappello di paglia.
Il film (contrassegnato dal n° 192 nella filmografia del sito Mabel Normand[3], dedicato alla diva) è una delle pellicole superstiti (che constano di circa metà della sua produzione attestata) in cui è coinvolta, come attrice, regista o produttrice, Mabel Normand[4].
Distribuzione
[modifica | modifica wikitesto]Il film, distribuito dalla Associated Exhibitors, è uscito nelle sale cinematografiche statunitensi il 28 ottobre 1923.
Copie della pellicola sono conservate da diversi archivi, fra i quali quelli della Cineteca del Friuli, della George Eastman House e del Museum of Modern Art di New York[5].
The Extra Girl è stato edito più volte in DVD (ad esempio nel 2008 dalla Kino International), ma solo con sistema NTSC; ed in Blu-ray e DVD nel 2014 a cura della Flicker Alley ("The Mack Sennett Collection, Volume One": didascalie inglesi, senza sottotitoli)[6]. Il film è visionabile su Prime Video di Amazon[7].
Accoglienza
[modifica | modifica wikitesto]Il poeta Carl Sandburg, due volte Premio Pulitzer, sul Chicago Daily News del 26 dicembre 1923, notava: "La trama di The Extra Girl è sostanzialmente simile a quella di precedenti film della Normand. (…) Per quanto riguarda Mabel Normand, questa è la sua migliore prestazione attoriale. Ci sono momenti in cui si erge a grande artista della pantomima, e c'è la rivelazione di una personalità dotata di colore, toni e sfumature. Nessun'altra donna del cinema ha un senso così vivido per il comico mischiato col serio, ed una decisa amabilità personale."
In tempi più recenti, nel 1970, lo storico del cinema William K. Everson notava: "Il problema principale di The Extra Girl è la sua costruzione piuttosto farraginosa; pur disponendo di tempo sufficiente per sviluppare tutto in modo corretto, il film omette di spiegare i personaggi e le motivazioni; il cattivo, ad esempio, è gettato improvvisamente nella trama senza alcun avvenimento precedente che lo giustifichi. (…) (Il film) è dotato di fascino ed ha alcune buone scene comiche, ma in un certo senso non sta assieme come dovrebbe."[8]
William Thomas Sherman, nel 1994[9], così si esprimeva: "The Extra Girl nell'insieme funziona molto bene, e specialmente in alcuni momenti la mimica di Mabel è squisita. Ma per la maggior parte manca di energia (…) C'è in alcuni momenti in lei una evidente aria di tristezza che conferisce al film un'aura quasi tragica, certo non suggerita dalla sceneggiatura. In maniera paradossale, quindi, il film è inaspettatamente commovente, e nello stesso tempo, qua e là, divertente."
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ La stellissima del cinema, su Comingsoon.it. URL consultato il 26 agosto 2021.
- ^ La stellissima di Hollywood, su MYmovies.it. URL consultato il 26 agosto 2021.
- ^ (EN) Mabel Normand, su themabelnormand. URL consultato il 26 agosto 2021 (archiviato dall'url originale il 2 giugno 2021).; il sito è gestito principalmente da Stephen Normand, un pronipote di Mabel.
- ^ (EN) Filmography, su themabelnormand. URL consultato il 26 agosto 2021 (archiviato dall'url originale il 27 luglio 2021).
- ^ (EN) Simon Joyce, Jennifer Putzi, Mabel Normand, in Jane Gaines, Radha Vatsal, Monica Dall’Asta (a cura di), Women Film Pioneers Project – 2013 Essays, New York, Columbia/Academic Commons, 2013, DOI:10.7916/d8-e84a-he64.
- ^ (EN) The Extra Girl, su Silent Era. URL consultato il 26 agosto 2021.
- ^ (EN) Jane Gaines, Radha Vatsal, Monica Dall’Asta (a cura di), DVD Resources & Streaming Links – Mabel Normand, in Women Film Pioneers Project, Columbia/Academic Commons, 2013.
- ^ Entrambe le citazioni in (EN) Looking for Mabel Normand – The Extra Girl Review, su Lookinformabel. URL consultato il 26 agosto 2021.
- ^ In (EN) William Thomas Sherman, Mabel Normand: A source book to her life and films, Cinema Books, 1994, ISBN 9780964376007.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Kevin Brownlow, The Parade’s Gone By, Berkeley, California, University of California Press, 1975, p. 308, ISBN 9780520030688.
- (EN) Betty Harper Fussell, Mabel: Hollywood's First I-Don't-Care Girl: The Life of Mabel Normand, New York, Limelight Editions, 1992, pp. 266-67.
- (EN) Sumiko Higashi, Virgins, Vamps, and Flappers: The American Silent Movie Heroine, St. Albans, Vermont, Eden Press Women’s Publications, 1978, p. 103, ISBN 978-0888310286.
- (EN) Raymond Lee, Not So Dumb: The Life and Times of the Animal Actors, Cranbury, New Jersey, A.S. Barnes & Company, 1970, pp. 42-43, ISBN 9780498075254.
- (EN) Timothy Dean Lefler, Mabel Normand: The Life and Career of a Hollywood Madcap, Jefferson, Carolina del Nord, McFarland & Company, 2016, pp. 158-159, ISBN 978-0-7864-7867-5.
- (EN) James L. Limbacher, Feature Films on 8mm and 16mm, New York, R.R. Bowker Company, 1974, p. 74, ISBN 978-0835207096.
- (EN) Simon Louvish, Keystone: The Life and Clowns of Mack Sennett, New York, Faber and Faber, 2004, p. 325, ISBN 978-0-571-21276-7.
- (EN) Leonard Maltin, Leonard Maltin’s Movie and Video Guide 1994, New York, Signet Books, 1994, p. 384, ISBN 978-0451177667.
- (EN) Jerry Vermilye, The Films of the Twenties, Secaucus, New Jersey, The Citadel Press, 1985, p. 22, ISBN 978-0806509600.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su The Extra Girl
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) The Extra Girl, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) The Extra Girl, su AllMovie, All Media Network.
- (EN) The Extra Girl, su Box Office Mojo, IMDb.com.
- (EN) The Extra Girl, su AFI Catalog of Feature Films, American Film Institute.
- (EN) The Extra Girl, su Silent Era.
- The Extra Girl, su Moving Image Archive, Internet Archive.
- (EN) The Extra Girl (1923), su Movies Silently.