Zecca di Solferino
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La zecca di Solferino era l'ente preposto presso cui veniva effettuata la coniazione delle monete del feudo in epoca gonzaghesca.[1]
Giorgino di Carlo Gonzaga | |
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CAR • DG • S • R • I • M • SVLF | S • NICOLA VS • PROT |
Zecca di Solferino |
Storia
[modifica | modifica wikitesto]L'attività della zecca iniziò sotto il marchesato di Cristierno Gonzaga (1580-1630), proseguì con Carlo Gonzaga (1616-1680), che batté anche monete in oro. L'officina era situata entro le mura del Castello di Solferino, sorta forse in contrapposizione ai cugini di Castiglione. Non è nota l'autorizzazione (imperiale od altro) a battere moneta, forse riferita ad una concessione dell'imperatore Massimiliano II d'Asburgo ottenuta dal marchese Orazio Gonzaga a Vienna nel 1572.[2]
La produzione di monete riguardò anche monete contraffatte.
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Ireneo Affò, Delle zecche e monete di tutti i principi di casa Gonzaga che fuori di Mantova signoreggiarono, Bologna, 1782, SBN IT\ICCU\BRIE\000289.
- Giuseppe Ruggero, Annotazioni numismatiche italiane I, in RIN, Milano, Società numismatica italiana, 1894.
- Dante Colli, Alfonso Garuti e Romano Pelloni, Piccole Capitali Padane, Modena, Artioli Editore, 1996, ISBN 88-7792-048-3.
- Lorenzo Bellesia, Le monete di Solferino, Serravalle, Nomisma, 2020.